Negli oliveti si sta osservando un aumento delle popolazioni di coleotteri, che attaccano le foglie e il legno, rivelandosi una minaccia sempre più presente. Questi insetti hanno un apparato boccale masticatore molto sviluppato, sia nelle larve sia negli adulti. Le loro mandibole, robuste e taglienti, permettono di masticare materiali duri, come il legno e le foglie, causando danni significativi alle piante attraverso la defogliazione e la creazione di gallerie nel legno.
Probabilmente i cambiamenti climatici hanno giocato un ruolo cruciale nell’accrescere queste popolazioni, tra cui troviamo il Fleotribo, l’Oziorrinco e il Rinchite dell’olivo.
Il rinchite dell’olivo (Rhodocyrtus cribripennis)
Si tratta di un coleottero che attacca principalmente le foglie e i germogli degli olivi. Ha piccole dimensioni e un corpo robusto, dal colore marrone al nero, con ali anteriori sclerificate (elitre) che possono mostrare macchie o striature. Le femmine depongono le uova nei germogli, da cui escono larve biancastre che iniziano subito a nutrirsi dei tessuti vegetali. Gli adulti rodono le foglie, causando la defogliazione delle chiome e compromettendo la crescita e la produzione di nuovi rami.
Danni si hanno anche sulle olive, con una particolarità, questi insetti prediligono le drupe di piccole dimensioni, dove provocano delle perforazioni per nutrirsi e per deporre le uova. In luglio e agosto, le femmine depositano le uova in prossimità del nocciolo; le larve che ne derivano lo forano, raggiungono la mandorla e se ne cibano, causando la caduta dell’oliva. Il ciclo di vita del coleottero può variare in base alle condizioni climatiche, con una maggiore attività durante i periodi caldi.
A oggi non esistono prodotti fitosanitari registrati per questo parassita. Le strategie di contrasto includono l’utilizzo d’imbrattanti a base di polveri di roccia e olio bianco, che ha un effetto abbattente sugli adulti. Questi trattamenti vanno applicati nelle ore più fresche del giorno, preferibilmente di prima mattina o nelle ore serali, specialmente in estate, per evitare bruciature sulle foglie. Le azioni a contrasto della Mosca dell’olivo possono anche limitare la popolazione del Rinchite dell’olivo.
L’oziorrinco (Otiorhynchus cribricollis)
È un coleottero di colore scuro e di piccole dimensioni. Durante l’estate, le femmine depongono le uova nel terreno. Le larve che ne nascono sono di colore biancastro e si nutrono delle radici di piante erbacee, diventando adulte l’estate successiva. Gli adulti si nutrono principalmente di foglie, non volano e hanno abitudini notturne. Durante il giorno, l’oziorrinco si rifugia nel terreno e di notte sale lungo il tronco per raggiungere e rosicchiare le foglie.
I maggiori danni avvengono da giugno a ottobre sulle foglie, soprattutto quelle più giovani e tenere. È abbastanza facile individuare segni della sua presenza poiché le sue rosure sulle foglie assumono una forma semicircolare o a mezzaluna.
Per contrastare questo insetto, è possibile controllare le larve e, in alcuni casi, gli adulti, tuttavia, ci sono pochi prodotti registrati in commercio a tale scopo. Se gli attacchi di oziorrinco avvengono in vivaio, si possono utilizzare geodisinfestanti a base di lambda-cialotrina. In pieno campo, un metodo efficace consiste nell’utilizzo di nematodi parassiti delle larve. Attualmente, la specie di nematodi più utilizzata è l’Heterorhabditis bacteriophora, presente nel prodotto “Larvanem” della Kopper. Si consiglia di applicare questi nematodi nei mesi di marzo-aprile o settembre-ottobre, quando l’oziorrinco è allo stadio larvale e il terreno ha una temperatura ottimale tra i 12 e i 28 gradi centigradi, con una buona umidità.
Se l’infestazione da oziorrinco è limitata a poche piante, si possono applicare manicotti collanti sui tronchi per impedire al coleottero di salire durante la notte. Inoltre, l’uso di polveri di roccia, saponi molli potassici o lecitine può contribuire a limitare i danni causati da questo parassita.
Il fleotribo o punteruolo dell’olivo (Phloeotribus scarabaeoides)
Si tratta di un piccolo coleottero nerastro che compie da due a quattro generazioni l’anno e sverna come adulto, raramente come larva.
Questo insetto attacca piante indebolite, dove la circolazione della linfa è ridotta a causa di eventi climatici o della presenza di altri parassiti. Le gallerie che l’insetto scava nel legno sono la sua fonte di nutrimento e luogo di riproduzione.
Da fine febbraio a marzo, gli adulti si portano sui rami potati o deperiti, dove scavano gallerie di nutrizione e depongono le uova.
Le larve che nascono intaccano ulteriormente il legno, creando perforazioni nello xilema secondario, che si trova in profondità all’interno del tronco. Lo xilema è uno dei tessuti vascolari responsabili del trasporto dell’acqua e dei sali minerali dalle radici alle altre parti della pianta. Le cellule dello xilema sono morte e prive di citoplasma, ma formano condotti attraverso i quali scorre la linfa grezza. Quando questo trasporto di liquidi è interrotto, la pianta ne soffre e s’indebolisce anche come struttura. Inoltre, le larve, crescendo, aumentano le dimensioni dello scavo, causando ancor più danni.
Questi tunnel si riempiono di rosume, che le larve espellono in una massa compatta e allungata, simile a un piccolo cilindro.
Dopo circa un mese e mezzo, generalmente dalla seconda metà di maggio fino alla fine della primavera, le larve si sviluppano in adulti e fuoriescono forando la corteccia. Durante l’estate, solitamente, avvengono altre due generazioni. I danni all’olivo sono causati dall’attività di alimentazione del legno dei rami, dei fiori e delle olive da parte di questi insetti.
La prevenzione è la principale strategia di controllo, con potature mirate e l’eliminazione dei rami colpiti. Una pratica agronomica efficace consiste nel depositare fascine di rami potati negli oliveti tra marzo e aprile. Gli adulti, alla ricerca di legno deperito, vi deporranno le uova, poi, dopo la seconda metà di maggio, con uova e larve presenti, queste fascine dovranno essere rimosse e bruciate.
Gli attacchi massicci del Fleotribo possono compromettere le rese degli uliveti a causa dei danni inflitti alla porzione di chioma produttiva. In situazioni in cui la popolazione di questo insetto è significativa, è consigliabile applicare la bruciatura dei residui colturali, seguendo le normative vigenti. Questa pratica aiuta a ridurre la presenza di larve e adulti del fleotribo, contribuendo a limitare i danni alle piante e a migliorare la salute complessiva degli uliveti. Possono essere utili interventi con Deltametrina nel periodo primaverile.
Direttore AIPO
Associazione Interregionale
Produttori Olivicoli
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