L’agricoltura, anche se è lenta all’innovazione, sta facendo un passo avanti nello studio e produzione dei nano-fertilizzanti. Questi nuovi prodotti sono “composti di elementi fertilizzanti di ridottissime dimensioni – un miliardesimo di metro – e, questo, consente un uso più efficiente rispetto ai tradizionali concimi, dai quali si differenziano sia chimicamente sia fisicamente”.
I nano-fertilizzanti hanno più formulazioni, possono essere incapsulati in nanomateriali o ricoperti da uno strato protettivo, che ne migliora l’efficacia e la stabilità nel terreno: al momento, rappresentano una soluzione promettente per ottenere il massimo rendimento dalla nutrizione delle piante, riducendo l’attuale uso di fertilizzanti e agrofarmaci.
Alta efficienza nel terreno
Le nanoparticelle dei nano-fertilizzanti sono notevolmente più piccole rispetto a quelle dei concimi tradizionali, in questo modo si ha una maggiore superficie di contatto sia con il terreno e sia con le radici delle piante. Questo comporta un aumento dell’efficienza di assorbimento da parte delle radici, permettendo di utilizzare dosi inferiori di fertilizzante rispetto ai metodi tradizionali, migliorando al contempo l’apporto complessivo di nutrienti.
I nano-fertilizzanti si trovano nel terreno in uno stato colloidale, ossia sono finemente dispersi, così riescono a distribuirsi più uniformemente, particolarmente entro la rizosfera, ossia la zona di suolo che circonda le radici delle piante, così si legano più facilmente ai composti presenti. Questo evita la loro precipitazione nelle parti più profonde del suolo, garantendo un’efficace alimentazione delle piante per un periodo prolungato.
Azione durevole nel tempo
I nano-fertilizzanti, grazie ai loro legami con le particelle del terreno, mantengono la loro efficacia anche in condizioni ambientali estreme. Questo significa che resistono a situazioni come siccità, temperature elevate o basse, eccessiva pioggia o suoli difficili. La loro capacità di fornire nutrienti in modo continuo alle piante è fondamentale per una crescita sana e una produzione ottimale, indipendentemente dalle sfide esterne.
Assorbimento da parte delle radici
I nano-fertilizzanti, una volta applicati al suolo, sono assorbiti dalle radici attraverso due meccanismi: il flusso di massa e la diffusione. Nel primo caso, i fertilizzanti si muovono con l’acqua presente nel terreno, raggiungendo le radici dove sono assorbiti. Nel secondo caso, i nutrienti si spostano verso le radici perché attratti da una soluzione di sali più concentrata all’interno delle radici stesse.
Assorbimento per via fogliare
I nano-fertilizzanti, grazie alle loro dimensioni nanometriche, coprono uniformemente le foglie delle piante, aumentando la superficie di contatto e facilitando l’assorbimento dei nutrienti. Questo riduce la quantità di fertilizzante necessaria per ottenere risultati ottimali. Inoltre, le nanoparticelle restano a lungo sulla foglia, anche in condizioni ambientali difficili, riducendo la loro dispersione nell’ambiente.
Criticità
Se da un lato i nano-fertilizzanti offrono un’opportunità significativa per un’agricoltura più efficiente e sostenibile, dall’altro è importante affrontare le criticità legate al loro utilizzo. Un dosaggio inadeguato potrebbe causare tossicità per le colture, pertanto è fondamentale identificare i limiti accettabili per ogni tipo di coltivazione.
Le dimensioni delle particelle influiscono sull’assorbimento da parte delle piante e studi hanno dimostrato che formulazioni con dimensioni diverse possono avere effetti opposti sulla crescita delle colture. La ricerca continua a esplorare questi aspetti per garantire un uso sicuro dei nano-fertilizzanti e massimizzare i benefici per le colture.
Nonostante molti prodotti siano stati registrati a livello globale, pochi sono effettivamente disponibili in commercio, a causa della mancanza di sperimentazioni adeguate sulla tossicità per le colture, l’ambiente e gli esseri umani, oltre che per questioni di convenienza commerciale e mancanze normative.
Esempio di applicazione: Nano.T®Cu
In tutto questo, la collaborazione tra FCP Cerea, il Dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Verona e Innosap ha portato alla creazione di Nano.T® e, per l’olivicoltura, il NanoT®Cu, un nano-fertilizzante a base di rame, progettato per fornire questo micronutriente essenziale in modo controllato. Le nanoparticelle di rame Nano.T®Cu, con dimensioni di circa 20 nm, offrono una reattività e una distribuzione superiori rispetto agli idrossidi standard e ai prodotti micronizzati. Questo si traduce in una maggiore persistenza sulla foglia, un dosaggio inferiore e un impatto ambientale ridotto, rendendo la tecnologia Nano.T® particolarmente vantaggiosa per l’olivicoltura.
L’applicazione consigliata per Nano.T®Cu sull’olivo è di 3-4 l/ha, per via fogliare.
Conclusioni
L’adozione dei nano-fertilizzanti rappresenta una rivoluzione nella gestione nutrizionale dell’olivo, tuttavia, è fondamentale continuare la ricerca per affrontare le criticità legate a questi nano-prodotti.
Il settore offre incredibili opportunità per risolvere i problemi ambientali, ma è essenziale stabilire una solida base scientifica e giuridica per favorire lo sviluppo e l’adozione dei nano-fertilizzanti.
Questo processo deve essere accelerato, considerando l’interesse pubblico e la necessità di garantire il rispetto ambientale e la salute umana.
Direttore AIPO
Associazione Interregionale
Produttori Olivicoli