Ferite e lesioni nell’olivo: strategie e limiti di legge

La legittimità di un trattamento preventivo in oliveto non si misura solo sulla base della validità fitosanitaria, ma deve poggiare su due pilastri imprescindibili: ecco quali!
Tecnica e Ricerca
Views: 1K
di Orietta Pavan e Enzo Gambin

L’olivo, come tutte le specie arboree, è vulnerabile a eventi che generano stress meccanico, siano essi di origine meteorologica, come le grandinate, o legati alle pratiche agronomiche, come la potatura e la raccolta. Le lesioni provocate da questi eventi su foglie, rami e olive costituiscono vere e proprie “porte di accesso” per numerosi patogeni, in particolare quelli epifitici.

In questo contesto, il concetto di epifitismo assume un ruolo centrale nella comprensione della dinamica delle infezioni post-evento. I microrganismi epifitici colonizzano le superfici vegetali in forma latente, senza causare sintomi evidenti, ma possono attivarsi rapidamente in presenza di condizioni favorevoli come umidità elevata, temperature miti e, soprattutto, ferite meccaniche.

Epifitismo e patogeni fungini latenti dell’olivo

Attacchi di occhio di pavone

L’epifitismo rappresenta una strategia adattativa comune a diversi microrganismi fungini e batterici che convivono con la pianta ospite in equilibrio instabile.

Nell’olivicoltura mediterranea, i principali patogeni epifitici includono:
Spilocaea oleaginea (agente dell’occhio di pavone);
Colletotrichum spp. (lebbra dell’olivo);
Pseudomonas savastanoi (rogna dell’olivo);
complessi fungini saprofiti responsabili delle fumaggini;
Botryosphaeriaceae spp. (Neofusicoccum, Diplodia, Lasiodiplodia).

Questi microrganismi colonizzano i tessuti vegetali esterni, foglie, rami, olive, senza manifestare sintomi clinici immediati, ma possono passare rapidamente dalla fase latente a quella attiva in seguito a stress ambientali o danni meccanici, come grandinate o potature.

Lesioni e patogeni: quando la pianta diventa vulnerabile

Lebbra dell’olivo

Le ferite causate da eventi meteorologici estremi, da potature o dalla raccolta non sono solo danni superficiali, ma possono compromettere l’equilibrio fisiologico della pianta provocando una discontinuità della cuticola, l’esposizione dei tessuti corticali e il danneggiamento dei fasci vascolari.

In tutti questi casi s’indeboliscono le difese naturali dell’olivo, rendendo la pianta più vulnerabile all’attacco di patogeni epifitici e latenti sulle superfici vegetali, i quali trovano un varco ideale per penetrare nei tessuti e avviare l’infezione. Proprio per questi motivi, diventa fondamentale un intervento fitosanitario tempestivo con prodotti rameici. Il rame non solo ha azione fungicida e batteriostatica, favorisce pure la cicatrizzazione, riducendo così il rischio di infezioni secondarie e accelerando il recupero della pianta.

Trattamenti preventivi: tra fitopatologia e legge

Dal punto di vista fitopatologico, il trattamento successivo a eventi traumatici rientra pienamente nella logica della prevenzione, vale a dire ridurre la carica microbica sulle superfici vegetali, proteggere le ferite fresche e limitare l’insorgenza d’infezioni sistemiche.

Si tratta, a tutti gli effetti, di una misura profilattica. Tuttavia la normativa impone limiti precisi: il Regolamento (CE) 1107/2009 stabilisce che i prodotti fitosanitari possono essere impiegati solo secondo le condizioni indicate nell’autorizzazione e riportate in etichetta. Lo stesso principio è ribadito dal D.P.R. 290/2001 e dal D.Lgs. 150/2012, che prevedono sanzioni in caso di uso improprio.

A livello civilistico, il Codice Civile introduce ulteriori responsabilità:
a) Art. 2043 c.c.: chi causa un danno ingiusto con colpa o dolo è tenuto al risarcimento;
b) Art. 2050 c.c.: chi esercita attività pericolose, come l’impiego di sostanze chimiche, è responsabile dei danni, salvo prova di aver adottato tutte le misure idonee.

Un trattamento preventivo è dunque legittimo solo se previsto in etichetta o giustificato da una condizione predisponente, documentabile e tecnicamente fondata. La sua ammissibilità dipende non solo dalla conformità normativa ma, anche, dalla solidità della documentazione tecnica che lo accompagna.

In assenza di tali requisiti, l’agricoltore rischia sanzioni amministrative e azioni civili in caso di contaminazioni o derive su colture limitrofe.

Il caso dei rameici: cosa dice l’etichetta

Le etichette dei prodotti rameici autorizzati per l’olivo, come la poltiglia bordolese, sono molto dettagliate, indicano la coltura, le avversità target, le epoche di impiego e il numero massimo di trattamenti consentiti. Sovente manca, però, un riferimento esplicito a situazioni eccezionali, come gli eventi traumatici.
Non si trova quasi mai menzione all’uso “post-grandine” né a un “uso preventivo generico”. Anzi, la clausola più ricorrente è tassativa:

Di conseguenza, anche se l’intervento post-grandine è tecnicamente giustificabile, dal punto di vista giuridico si colloca in un’area normativa incerta e potrebbe essere considerato un uso improprio.

Va però sottolineato che molte etichette riportano chiaramente sia la malattia, esempio “Occhio di pavone”, sia il patogeno responsabile, “Spilocaea oleaginea”.

Questa doppia indicazione non è una semplice formalità, ma riflette una visione fitoiatrica che riconosce la malattia non solo nella sua fase clinica, ma anche nella presenza latente del patogeno, pronto ad attivarsi in condizioni favorevoli.

Per questo motivo, l’etichetta non imporrebbe di attendere per intervenire la comparsa dei sintomi visibili, come le macchie fogliari; al contrario, autorizzerebbe l’uso del prodotto contro il microrganismo, anche quando è presente in forma epifitica o latente, purché vi siano elementi tecnici che ne giustifichino l’attivazione imminente.

In sintesi, anche in assenza di sintomi clinici, se le condizioni ambientali e agronomiche sono favorevoli ad esempio allo sviluppo di Spilocaea oleaginea, l’intervento con rameici sarebbe tecnicamente fondato e coerente con le indicazioni riportate in etichetta.

Confronto interdisciplinare: medico, veterinario e fitoiatra

In medicina umana e veterinaria, il professionista può ricorrere all’uso off-label di un farmaco, cioè in modalità non previste dall’autorizzazione, purché l’intervento sia supportato da evidenze scientifiche e adeguatamente documentato, come avviene, ad esempio, nella profilassi antibiotica in chirurgia o negli allevamenti. In questi casi, la responsabilità ricade direttamente sul prescrittore.

In fitoiatria, invece, il quadro normativo è decisamente più rigido. Il Regolamento (CE) 1107/2009 e il D.P.R. 290/2001 stabiliscono che l’etichetta del prodotto fitosanitario ha valore di legge e non ammettono usi off-label, salvo deroghe esplicitamente autorizzate dal Ministero, ai sensi dell’art. 53 del Regolamento, in situazioni di emergenza fitosanitaria.

Il concetto di epifitismo e la presenza latente di patogeni sull’olivo rappresentano una solida giustificazione tecnico-scientifica per l’intervento preventivo, tuttavia, tale giustificazione non equivale a un’autorizzazione normativa: l’uso di un prodotto fitosanitario al di fuori delle indicazioni riportate in etichetta resta vietato, salvo specifica deroga.
In ambito fitoiatrico, la responsabilità non si limita alla correttezza tecnica dell’intervento, ma si estende alla piena conformità normativa.

Conclusioni

In definitiva, la legittimità di un trattamento preventivo non si misura solo sulla base della validità fitosanitaria, ma deve poggiare su due pilastri imprescindibili: la conformità all’etichetta e una documentazione tecnica chiara e coerente. In questo equilibrio, la figura del tecnico fitosanitario assume un ruolo centrale, traducendo l’evidenza scientifica in scelte conformi alla normativa e riducendo i rischi per l’agricoltore.

Per rimanere sempre aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter qui!

Tags: in evidenza, oliveto, olivicoltura, olivo, rami dell'olivo

Potrebbe piacerti anche

Bollettino olivicolo: condizioni ideali per la mosca e non solo
Extravergine, vergine, lampante: così i prezzi dell’olio in Italia e nel mondo

Author

Potresti leggere