Dopo un’ottima fioritura, la scarsa allegagione ridimensiona le aspettative dei produttori olivicoli siciliani. È certamente ancora presto per fare previsioni, ma la consapevolezza che difficilmente si potrà restare sulle medie storiche di 50 mila tonnellate di olio è più che concreta.
Se ne interprete Mario Terrasi, presidente di Oleum Sicilia, la maggiore OP dell’isola, nonché presidente del Consorzio di Tutela dell’olio IGP Sicilia: “Certamente presto per fare previsioni. Anche se, allo stato attuale, si può azzardare che la prossima campagna sarà più o meno in linea con quella appena conclusa, che ha portato a realizzare circa 30 mila tonnellate, vale a dire il 40% in meno del potenziale”.
Come si spiega questa riduzione dei frutti?
“Non ce l’aspettavamo, perché onestamente non ci sono stati né fenomeni di scirocco intenso, né tantomeno freddo o nebbia. Gli esperti dicono che probabilmente ha influito lo stress che le piante hanno accumulato la scorsa campagna per la scarsa piovosità”.
Un problema quello dell’acqua che si ripropone, giusto?
“Esattamente, la mancanza di piogge e il caldo possono complicare le cose. La nostra regione ha vissuto campagne record come quelle del 2015 o 2017 dove si sono raggiunte le 75 mila/80 mila tonnellate di olio, così come campagne di forte magra come il 2018 quando la produzione olearia era crollata a 18 mila tonnellate”.
Come siamo messi a bacini idrici?
“Premesso che gli oliveti potenzialmente irrigabili sono appena il 30%, vi è anche un livello sotto la media per quanto riguarda i bacini. Qualcuno ha cominciato ad irrigare, ma se la situazione non migliora con prossime piogge, c’è da mettere in conto pure la possibilità di provvedimenti restrittivi nell’approvvigionamento idrico”.
Un fenomeno generalizzato per tutta la Sicilia questa ridotta allegagione?
“Sì, mentre lo scorso anno alcune aree erano state risparmiate dal calo, ora temo che la diminuzione sia attesa ovunque e per tutte le principali varietà siciliane: dalla Nocellara, alla Biancolilla, dalla Cerasuola alla Tonda iblea”.
E ci sarà pure da fare i conti con la mosca!
“Almeno quella speriamo di evitarla. Sappiamo che temperature sopra i 30 gradi la rendono sterile. Staremo a vedere come andrà, anche perché da giugno cominciano a manifestarsi i primi esemplari”.