Assofrantoi: “Ecco i costi fissi per molire un quintale di olive”

Il presidente Mariani: “Forbice da 11,02 a 26,91 al netto dei margini”
Economia
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Il costo fisso per molire un quintale di olive nella prossima campagna varierà da 11,02 a 26,91 euro al quintale, a seconda della taglia del frantoio. Parliamo di spese fisse, alle quali va aggiunto, ovviamente, il legittimo margine del frantoiano.
I conti in tasca alla categoria – e di riflesso anche a chi porta a molire le proprie olive in un frantoio che lavora conto terzi – li ha provati a fare per il nostro quotidiano digitale Assofrantoi e, come spiegato dal presidente Paolo Mariani (nella foto), si basano sulle identiche modalità con le quali Ismea, nel 2017, svolse l’ultima indagine statistica ufficiale sulle spese sostenute da un oleificio nella lavorazione delle olive.
In base a tale indagine i frantoi erano stati divisi in quattro categorie: i piccoli (che moliscono da 1.000 a 5.000 quintali), quelli leggermente maggiori (dai 5.000 ai 10.000 quintali), i medi (dai 10.000 ai 15.000 quintali) i grandi (da 15.000 a 40.000 quintali). Sulla base dei dati del 2017, i costi di molitura a quintale di olive risultavano essere rispettivamente di 15,01 euro per i piccoli, 11,91 per la seconda fascia, 9,61 per i medi e 6,11 per i grandi frantoi.
“A tali valori – spiega Mariani – Assofrantoi ha applicato gli aumenti Istat dal 2017 ad oggi che sono così suddivisi: il 54,8% in più di energia, il 2% di manodopera e il 15% di spese generali (tra cui anche contabilità, segreteria, certificazioni, ecc.). Di qui il valore finale che nei piccoli frantoi, specialmente quelli del nord Italia, registrerà un costo di 26,92 euro a quintale di olive. Vi sono poi i frantoi di seconda fascia con un costo di 21,48, che diventa 17,33 per i frantoi medi e 11,02 euro per quelli grandi. Parliamo, ripeto, delle spese fisse a cui va incontro un frantoiano quando fa lavorare le macchine. Ovviamente è una media ponderata e non tiene conto né dei suoi margini per il lavoro svolto né delle variabili presenti in ogni singolo oleificio.
Anche alla luce dei valori registrati nella scorsa campagna – puntualizza il presidente di Assofranroi – credo che tali costi siano abbastanza verosimili e possano essere utili indicatori per capire a quali spese si andrà incontro per molire le olive nella prossima campagna. Di ulteriore utilità – conclude Mariani – potrebbe essere un conto economico simile da parte degli altri componenti la filiera, e cioè i produttori di olive da una parte e gli imbottigliatori e confezionatori dall’altra. La sommatoria delle spese che anche queste due categorie sostengono, può darci un’idea del costo finale dell’olio di oliva oggi in Italia, al netto dei margini che pure devono essere riconosciuti a tutti i protagonisti della filiera”.

 

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Tags: Assofrantoi, Ismea, Mariani

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