L’annata 2025 ha rappresentato un momento di particolare complessità per la gestione fitosanitaria dell’olivo in Italia. Le condizioni climatiche che hanno caratterizzato l’anno, inverni miti, primavere irregolari e un’estate contraddistinta da fasi piovose alternate a periodi molto caldi, hanno profondamente influenzato la fisiologia dell’olivo e la dinamica dei suoi principali patogeni e fitofagi.
Mosca dell’olivo
La specie che ha maggiormente condizionato la difesa integrata nel 2025 è stata la Bactrocera oleae. L’inverno mite ha favorito la sopravvivenza degli adulti svernanti e una ripresa precoce in primavera. Durante l’estate, precipitazioni irregolari e temperature tra 22–28 °C hanno creato condizioni ideali per la riproduzione, con 4–5 generazioni sovrapposte e infestazioni particolarmente consistenti, soprattutto dove l’allegagione era già compromessa dallo stress termico di fine giugno.
Le trappole di monitoraggio hanno mostrato efficacia ridotta, per attrattori meno performanti in condizioni di caldo prolungato e possibili fenomeni di assuefazione. L’attività della mosca si è protratta fino all’autunno, favorita da temperature miti e drupe ben idratate, ampliando la finestra di vulnerabilità.
La revoca di insetticidi storici (clorpirifos, dimetoato, fosmet) ha portato all’uso di sostanze più selettive come acetamiprid (neonicotinoide) e flupyradifurone (butenolide), con profili ecotossicologici più favorevoli, ma limiti di persistenza. Buoni risultati sono stati ottenuti con prodotti filmanti a base di polveri minerali, efficaci se rinnovati con costanza, e con tecniche di Attract & Kill (esche proteiche con spinosad), che hanno richiesto applicazioni ripetute e puntuali dopo piogge.
In difesa integrata si sono aggiunti formulati come Exirel Bait (cyantraniliprole), con massimo tre applicazioni, mentre in biologico restano disponibili piretro (abbattente rapido, da usare al crepuscolo) e azadiractina (ovicida/larvicida). Tra i piretroidi di sintesi, lambda cialotrina e deltametrina trovano spazio con cautela e rotazioni di meccanismo d’azione per ridurre resistenze.
Nel 2025 le infestazioni hanno causato perdite produttive fino al 60% in alcune aree del Centro-Nord Italia, confermando la necessità di strategie di difesa sempre più integrate, tempestive e adattabili alle condizioni climatiche variabili.
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Sostanza attiva |
Uso principale |
Ammissibilità BIO |
Stato regolatorio |
Note operative |
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Spinosad |
Esche adulticide (Spintor Fly) |
Ammesso |
In revisione EFSA 2025 (peer review in corso) |
Ancora autorizzato, ma soggetto a valutazione su residui ed ecotossicologia |
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Cyantraniliprole (Exirel Bait) |
Esche adulticide integrata |
Non ammesso |
Autorizzato in UE, non ammesso BIO |
Max 3 applicazioni; rotazione MoA consigliata |
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Piretro (piretrine naturali) |
Abbattente rapido |
Ammesso |
Autorizzato UE |
Fotolabile e termolabile; da usare al crepuscolo |
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Azadiractina (olio di neem) |
Ovicida/larvicida |
Ammesso |
Autorizzato UE |
Ammesso BIO; max 3 trattamenti/anno su olivo |
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Lambda ‑ cialotrina |
Piretroido di sintesi |
Non ammesso BIO |
Autorizzato UE |
Solo difesa integrata; rotazione MoA per ridurre resistenze |
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Deltametrina |
Piretroido di sintesi, abbattente |
Non ammesso BIO |
Autorizzato UE |
Ampio spettro; uso limitato per rischio su insetti utili; rotazione MoA |
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Flupyradifurone (Sivanto) |
Butenolide, sistemico |
❌ Non ammesso BIO |
Autorizzato UE |
Alternativa ai neonicotinoidi; profilo ecotossicologico più favorevole; persistenza limitata |
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Acetamiprid |
Neonicotinoide sistemico |
Non ammesso BIO |
Autorizzato UE |
Uno dei pochi neonicotinoidi ancora ammessi; efficace su mosca e afidi; attenzione a resistenze |
Tignola dell’olivo
Nel 2025 anche la Prays oleae ha mostrato un comportamento coerente con le condizioni microclimatiche dell’anno. La generazione antofaga è risultata generalmente modesta, mentre la generazione carpofaga ha evidenziato picchi di catture tra la seconda e la terza decade di giugno, specialmente nelle aree centro-settentrionali. I danni più significativi sono stati osservati negli oliveti che avevano già subito un deficit fiorale, dove anche un modesto numero di larve carpofaghe è stato in grado di influenzare la produzione finale. La generazione fillofaga, invece, ha presentato una distribuzione irregolare, risultando più marcata nelle zone collinari del Nord e Centro Italia. meno rilevante nel Meridione.
Margaronia
Un’altra specie osservata con interesse nel corso dell’anno è stata Palpita unionalis. La margaronia si è manifestata già a fine aprile, con attacchi agli apici vegetativi e dalla seconda metà di settembre anche sulle olive.
Cotonello
La presenza del cotonello, Euphyllura olivina, è risultata significativa soprattutto durante la primavera, in coincidenza con l’emissione dei germogli. Le abbondanti secrezioni cerose hanno interferito con la distensione vegetativa e, localmente, con il processo fiorale. Nella maggior parte degli areali, il cotonello è stato controllato indirettamente durante gli interventi rivolti alla mosca o alla tignola.
Cocciniglie
Nell’annata vi è stata una presenza crescente di cocciniglie, in particolare Saissetia oleae e Lichtensia viburni, che hanno determinano danni non elevati ma continui. Le fumaggini derivate dall’attività trofica delle cocciniglie hanno ridotto la capacità fotosintetica delle piante e aumentato la suscettibilità agli stress estivi, innescando, in alcuni casi, processi di deperimento cronico.
Cimice asiatica
Ulteriori osservazioni di campo hanno riguardato la cimice asiatica, Halyomorpha halys, la cui attività primaverile è risultata modesta ma non trascurabile. Le punture effettuate prima dell’indurimento del nocciolo hanno in alcune aree determinato un aumento della cascola fisiologica, mentre in estate e autunno la sua presenza è stata controllata quasi esclusivamente attraverso interventi eseguiti per altri fitofagi.
Dasineura
Anche la cecidomia delle foglie, Dasineura oleae, è stata rilevata con frequenza durante i monitoraggi di aprile e maggio, specialmente negli oliveti condotti in biologico. Le galle fogliari indotte dall’insetto non hanno configurato elevati danni, ma hanno rappresentato un chiaro indicatore della forte attività trofica primaverile.
Euzophera (Euzophera pinguis)
Presente prevalente al Nord Italia questo lepidottero ha mostrato attacchi significativi soprattutto su branche e tronchi indeboliti da stress idrico o da potature tardive. La difesa si è basata su monitoraggio attento delle ovideposizioni e interventi mirati con prodotti autorizzati, oltre alla rimozione delle parti colpite.
Liotripe dell’olivo (Liothrips oleae)
Più diffuso al Sud, questo tisanottero ha determinato danni su germogli e giovani rametti, con necrosi e disseccamenti localizzati. Le infestazioni sono state favorite da primavere miti e da squilibri vegetativi. La gestione ha previsto trattamenti tempestivi con sostanze attive ammesse e pratiche agronomiche di riequilibrio vegetativo.
Oziorrinco (Otiorrhynchus cribricollis)
Questo fitofago notturno, ha provocato erosioni fogliari e danni radicali nelle giovani piante. La difesa si è orientata verso la protezione degli impianti in fase di allevamento, con interventi localizzati e l’impiego di esche o barriere fisiche, oltre al ricorso a sostanze attive compatibili con i disciplinari di produzione integrata e biologica.
Conclusioni – L’annata 2025 ha confermato la centralità della mosca dell’olivo come principale vincolo fitosanitario, ma ha evidenziato anche la crescente importanza di fitofagi secondari (tignola, margaronia, cotonello, cocciniglie).
La gestione efficace richiede alternanza dei meccanismi d’azione, tempestività degli interventi e differenziazione tra sistemi biologici e integrati, per coniugare efficacia tecnica e sostenibilità ambientale.
Direttore AIPO
Associazione Interregionale
Produttori Olivicoli



















