Altro che artigiani della qualità in frantoio! Gli italiani, in fatto di olio di oliva, si dimostrano più maestri dell’alchimia. Almeno rispetto a quanto prevedono i tecnici della Commissione europea nell’ultima analisi sul mercato dell’olio per l’attuale campagna 2024/2025 che non si discosta molto dalle stime dell’ottobre scorso.
La produzione di olio nell’Unione Europea
E già, perché se da un lato indicano che l’Italia arretrerà di parecchio rispetto agli altri competitor europei, scendendo dal secondo posto al quinto posto, dall’altro evidenziano che nel nostro paese sarà più l’olio che verrà esportato rispetto a quello che è stato prodotto.
Non è ovviamente alchimia, piuttosto il paradosso di un commercio di olio di oliva che passa dalla Spagna, dalla Grecia o dalla Tunisia (tanto per citarne alcuni) all’Italia e, con marchio italiano viene rivenduto fuori dei confini nazionali.
A conti fatti, secondo le analisi dei tecnici della Commissione europea, in Italia quest’anno sono state prodotte 248 mila tonnellate di olio, poco meno della Grecia (che s attesta a 250 mila), leggermente più del Portogallo (fermo a 195 mila), esageratamente meno della Spagna che è tornata ai ritmi standard con oltre 1,4 milioni di tonnellate di olio prodotto. Il tutto per una produzione dei paesi europei di 2,1 milioni di tonnellate con un consumo interno che sarà di 1,3 milioni.
Le esportazioni di olio
Relativamente alle esportazioni, i tecnici di Bruxelles prevedono che il nostro paese esporterà 314 mila tonnellate. In che modo, l’analisi lo svela presto: l’Italia infatti è destinata ad importare 475 mila tonnellate di olio. In parte serviranno per i consumi interni, stimati mediamente in mezzo milione di tonnellate, in parte, come detto, pronti per ritornare fuori confine “griffati” con marchi italiani e dunque ad un prezzo decisamente maggiore rispetto a quanto le industrie olearie lo hanno pagato in partenza.
Che vi siano conti “ballerini” nel mercato import-export è però un dato abbastanza comune. Per la Spagna sono previste infatti esportazioni per 900 mila tonnellate, ma anche importazioni di 240 mila tonnellate. Così come per il Portogallo il volume delle esportazioni (oltre 210 mila tonnellate) resterà superiore all’olio prodotto.