La coltivazione dell’olivo ha un ruolo importante nell’agricoltura mediterranea, il contesto produttivo è, però, sempre più influenzato da cambiamenti climatici, pressioni fitosanitarie in evoluzione e nuove sfide agronomiche.
Con il bilancio fitosanitario dell’olivo 2024 si propone di analizzare l’andamento delle principali avversità che hanno colpito gli oliveti durante l’anno, integrando informazioni climatiche, fitosanitarie e le strategie di controllo adottate.
In questo bilancio si affrontano tre aspetti principali:
1. dati climatici: analisi delle condizioni metereologiche e del loro impatto sulla salute degli oliveti;
2. parassiti e fitofagi: valutazione delle principali infestazioni e delle tecniche di controllo applicate;
3. patogeni: resoconto sulle malattie più comuni e sulle misure adottate per contenerle.
Attraverso questo bilancio fitosanitario, si intende offrire uno strumento utile per favorire una condivisione di esperienze e conoscenze per affrontare al meglio le sfide future.
Dati Climatici
I dati climatici sono fondamentali per un bilancio fitosanitario poiché il clima influisce notevolmente sulla salute delle piante e sulla diffusione di patogeni e parassiti. Nel contesto del bilancio fitosanitario dell’olivo per il 2024, i dati climatici presentati evidenziano condizioni significative per lo sviluppo di alcune avversità e la riduzione della pressione di altre. Le temperature medie elevate, registrate soprattutto nei mesi estivi, accompagnate da precipitazioni irregolari e talvolta abbondanti in primavera e autunno, hanno influito profondamente sulle dinamiche fitosanitarie. I principali dati climatici registrati sono sintetizzati nella tabella sottostante:
Area |
T° Minima |
T° Massima |
T° Media |
Precipitazioni mm |
Giorni di siccità |
Nord Italia |
-5,00 |
38,50 |
15,30 |
920 |
78 |
Centro Italia |
-2,00 |
37,20 |
17,80 |
710 |
85 |
Sud Italia |
0,50 |
40,10 |
19,50 |
520 |
112 |
Isole |
2,00 |
41,30 |
20,03 |
490 |
125 |
Parassiti animali
Tra i parassiti più rilevanti si annovera la Mosca delle olive (Bactrocera oleae), che ha beneficiato di una primavera mite con temperature sopra i 16-18°C e della presenza di drupe non raccolte, favorendo una probabile prima generazione già a fine aprile. Durante l’estate, si sono registrati due picchi principali di catture: il primo tra la fine di luglio e i primi di agosto e il secondo, più intenso, tra fine settembre e inizio ottobre. Le temperature estive elevate (tra 25 e 29°C) hanno favorito lo sviluppo larvale e l’ovideposizione, mentre valori superiori ai 35°C hanno ridotto l’attività della mosca. Così, se all’inizio del 2024, l’annata si era rivelata particolarmente problematica per attacchi precoci favoriti da temperature miti della primavera, con l’arrivo del caldo estivo, le temperature elevate hanno contribuito a tenere sotto controllo lo sviluppo del dittero. Questo effetto di contenimento è proseguito anche nella successiva fase autunnale, durante la quale non si è registrato un particolare aumento dell’attività. Le infestazioni sono rimaste generalmente localizzate, senza una diffusione significativa.
Nelle aree dove la presenza della mosca delle olive è stata osservata, i valori sovente erano al di sotto delle medie storiche, solo in alcuni areali si sono registrati valori in linea con le medie storiche, evidenziando una distribuzione irregolare dell’attività dell’insetto durante l’anno.
Strategie di controllo: sono stati utilizzate trappole a feromoni, esche moschicide che contengono attrattivi e insetticidi, agendo sugli adulti per ingestione e contatto, tra i principali prodotti, il Cyazypyr (Exirel® Bait) e lo Spinosad (Spintor™ Fly) . Si sono create anche esche personalizzate con proteine idrolizzate e insetticidi. Tra gli insetticidi utilizzati ci sono stati l’Acetamiprid, Flupyradifurone (Sivanto Prime) e la Deltametrina. Le polveri di roccia, come caolino, bentonite e zeolite calce agricola sono state utilizzate come antideponenti, in alcuni casi uniti a distillati di legno o a sali rameici. È stata utilizzata anche la Beauveria bassiana, fungo entomopatogeno che infetta e uccide la mosca, ma la sua efficacia è influenzata dalle condizioni ambientali. La gestione integrata della mosca dell’olivo richiede una combinazione di trappole, esche, insetticidi, polveri di roccia, prodotti rameici, distillati di legno e funghi entomopatogeni per mantenere sotto controllo l’insetto.
La Tignola dell’olivo (Prays oleae) ha mostrato una presenza limitata nella generazione antofaga, mentre la generazione carpofaga ha visto un aumento delle catture a fine maggio, con un picco registrato tra il 20 e il 22 giugno. È stato quindi consigliato un intervento fitosanitario mirato per limitare i danni.
Un fenomeno più contenuto è stato osservato con la Margaronia (Palpita unionalis), i cui attacchi tardivi, concentrati dopo la seconda decade di settembre, hanno causato danni agli apici vegetativi e alle olive, ma senza necessità di interventi specifici grazie alla gestione indiretta.
Anche il Cotonello dell’olivo (Euphillura olivina) è stato presente in modo significativo, con abbondanti secrezioni cerose su rametti e foglie che hanno danneggiato i germogli. Tuttavia, non sono state adottate misure di controllo specifiche, poiché è stato trattato indirettamente.
La Cimice asiatica (Halyomorpha halys), monitorata a partire da aprile, ha mostrato una presenza attiva a maggio, seppur con una pressione inferiore rispetto agli anni precedenti. Le azioni di difesa si sono concentrate principalmente sull’utilizzo di agrofarmaci efficaci anche contro la tignola e la mosca delle olive e un intervento specifico prima dell’indurimento del nocciolo con la Deltametrina. Da considerare che l’azione della Cimice asiatica su olive prima dell’indurimento del nocciolo potrebbe essere causa della cascola delle olive.
Un’altra avversità osservata è stata la Cecidomia delle foglie dell’olivo (Dasineura oleae), con frequenti rilevamenti fin da aprile. La formazione di galle non ha richiesto interventi specifici.
Le Cocciniglie (Saissetia oleae e Lichtensia viburni) hanno mostrato un incremento dovuto agli inverni miti e alla sospensione di sostanze attive che ben ne contenevano la popolazione, causando problemi di fumaggini su rami e foglie.
La presenza di parassiti come il Fleotribo (Rhodocyrtus cribripennis) è stata limitata, con larve che hanno roso gemme e germogli. La difesa è stata di tipo agronomico, principalmente tramite la rimozione delle parti colpite.
Infine, le Tignole rodiscorza (Euzophera spp.), associate alla presenza di Rogna dell’olivo, hanno registrato una diffusione lenta e non hanno richiesto interventi specifici.
L’abbinamento di pratiche agronomiche mirate, come la potatura e la rimozione delle parti infestate, e l’applicazione di prodotti fitosanitari integrati, ha rappresentato il fulcro della strategia di difesa per mantenere la salute degli ulivi nel 2024. Il bilancio fitosanitario evidenzia la necessità di un monitoraggio costante e di azioni tempestive per adattarsi alle mutevoli condizioni climatiche e all’andamento dei fitofagi.
Patogeni
Per quanto attiene le crittogame già agli inizi di marzo si sono create le condizioni favorevoli allo sviluppo di infezioni Occhio di pavone, con una notevole pressione di infezioni, che hanno causato notevole filloptosi, tanto da dover ricorrere a tre interventi con prodotti Rameici e Dodina. Sono state limitate le micosi da Piombatura, da Verticillosi, da Lebbra dell’olivo.
Anche per l’anno in corso si sono mantenute infezioni di cancri rameali, legati all’attacco di più patogeni invasivi appartenenti alla famiglia delle Botryosphaeriaceae e ai generi Phytophthora. Interventi specifici: trattamenti preventivi con prodotti a base di rame e fungicidi come Pyraclostrobin sono stati utilizzati per ridurre la pressione infettiva.
La Rogna dell’olivo (Pseudomonas savastanoi) è in una preoccupante espansione, infetta soprattutto in primavera, in presenza di acqua e clima mite, agevolata dalle punture di insetti – probabilmente la Cimice, la Mosca dell’olivo – che permettono al batterio di penetrare i tessuti della pianta.
Conclusioni
Il bilancio fitosanitario del 2024 evidenzia come l’integrazione tra pratiche agronomiche, monitoraggio continuo e trattamenti fitosanitari mirati sia fondamentale per la gestione delle avversità in un contesto climatico sempre più mutevole. È essenziale continuare a investire nella ricerca di strategie innovative e sostenibili per mantenere la salute e la produttività degli oliveti. L’adozione di tecniche di controllo integrato, l’uso di varietà resistenti e l’applicazione tempestiva di trattamenti fitosanitari possono contribuire significativamente alla gestione efficace dei parassiti e dei patogeni.