A cura di QUINTI
Bottling Machines
La cosa più difficile da fare nella vita così come nel lavoro è chiedere aiuto. Cosa che accade anche se a doverlo fare è un vignaiolo o un frantoiano convinto che il suo prodotto sia perfetto così come è.
Enologo e oleologo
Si parla spesso di enologo e poco di oleologo. In realtà sono entrambe figure molto importanti all’interno di determinate cantine, oleifici o frantoi. Tuttavia mentre nel mondo vinicolo è piuttosto diffusa la presenza dell’enologo, ancora la strada sembra più lunga nell’ambiente dell’olio. Basti pensare che se si fa una ricerca sul web digitando cosa fa un oleologo, si ottengono solo risposte relative a ciò che fa un enologo.
Ma chi sono e cosa fanno?
L’enologo dal greco oinos (vino) e logos (parola) è colui che è esperto, che parla di vino, in senso più ampio che si occupa di trasformare l’uva in vino, mentre l’oleogolo è praticamente il suo alter ego nel campo dell’olio. Ma ancora oggi questa figura fatica ad entrare nel mondo dell’olio, tanto che mentre per l’enologo esistono percorsi accademici specifici, per l’oleologo ancora non è stato previsto nessun corso di laurea. E viene da chiedersi il perché di questa scarsa diffusione. Se è vero che il vino italiano da tempo ormai è protagonista della nostra economia, grazie al fatto che molto è stato investito anche in comunicazione, posizionamento e marketing, complici ad esempio anche l’intervento di film che hanno contribuito a rappresentazioni idilliache di vigneti e scene di relax dove viene sorseggiato un bel bicchiere di vino, tutto ciò non è stato ancora sperimentato nell’olio. O meglio, qualcosa inizia a muoversi, ma a piccoli passi. Per molto tempo l’olio di oliva è stato considerato un mero condimento alternativo agli altri oli o addirittura ai grassi animali e vegetali. Oggi invece si ha conferma del fatto che non si tratta di un solo liquido per il condimento, ma un prodotto ricco di nutrimenti e proprietà in grado di apportare benefici alla salute.
Cosa potrebbe apportare un oleologo ad un oleificio?
Sicuramente qualcosa di positivo nella “costruzione” del prodotto finale, in termini di profumi, bilanciamenti, sapore. Per questo dovrebbe essere visto come un fidato consigliere e non come un intruso o un professionista superfluo.
Riassumendo, in questo articolo abbiamo visto che oltre alla figura dell’enologo, ormai conosciuta ed apprezzata nel mondo vinicolo, è possibile ricorrere a specifiche professionalità anche nel campo dell’olio: la presenza dell’oleologo infatti consente a chi lo ritiene utile di migliorare il proprio prodotto, che pur partendo in molti casi da una buona base, potrebbe diventare eccellente.