L’importanza del freddo per le gemme dell’olivo

La "dormienza" fondamentale per l'abbozzo dei germogli floreali
AIPO
Views: 2K

di

Dopo il periodo di riposo invernale, che va da dicembre a febbraio, si ha la ripresa vegetativa, che avviene tra marzo e aprile; periodo in cui si formano i germogli e s’ingrossano le gemme ascellari.

Un inverno mite può però influenzare questo sviluppo, agendo particolarmente sulla formazione delle infiorescenze e, questo, se la pianta non ha soddisfatto il suo “fabbisogno in freddo” o “dormienza delle gemme”.

Le gemme hanno il compito di guidare la crescita delle parti vegetali, si formano in estate e il loro funzionamento è regolato da meccanismi di controllo fisiologico, tra cui la dormienza e la quiescenza, che difendono la gemma dal freddo invernale, impedendole di aprirsi e, di conseguenza, di rovinarsi per le basse temperature.

La dormienza delle gemme è causata dalla progressiva diminuzione dei periodi di luce e dall’abbassamento delle temperature, che riducono la respirazione delle cellule sino quasi ad annullarla, da aumenti di sostanze di difesa di tipo chimico, come l’amigdalina e la naringina, dall’azione dell’acido abscissico, un fitormone che induce proprio la fase di inattività propria del riposo invernale. Tutte queste azioni portano le gemme a uno stato di vita latente, che riprenderà quando le condizioni ambientali e fisiologiche non siano nuovamente idonee.

Le gemme hanno, comunque, bisogno di basse temperature, certamente non gelide, e sono una condizione necessaria per attivare e completare nel loro interno la formazione degli abbozzi fiorali e degli organi vegetanti o riproduttivi. Si calcola che per riacquisire la capacità di risvegliarsi a primavera le gemme devono rimanere a temperature compreso tra gli 11°C e gli 0°C, con una temperatura ottimale di 7 °C, per circa 200 – 250 ore.

Al superamento delle condizioni di poca luce e basse temperature, interviene una serie di reazioni che riattivano il funzionamento delle gemme, come l’azione di ormoni, le gibberelline, che stimolano gli enzimi idrolitici, sostanze che sono in grado di attaccare i carboidrati presenti, come ad esempio l’enzima amilasi, per scinderli in molecole meno complesse, determinando una maggiore disponibilità di zuccheri semplici, utili per la ripresa della respirazione delle cellule e le citochinine, fitormoni che intervengono quali stimolatori dei processi di divisione delle cellule.

La fine della dormienza e l’inizio dei processi di sviluppo non sono facilmente osservabili, perché avvengono diverse settimane prima della comparsa di sintomi visibili nelle gemme. Sono riscontrabili solo mediante la ricerca delle sostanze o dei loro metaboliti che riportano al risveglio vegetativo e, questo, avviene quando la pianta accumula le ore di freddo necessarie. In generle, per l’invernata 2023-2024 la necessità di fame di freddo sembra soddisfatta, anche se i periodi freddi sono stati brevi.

Nel caso non siano stati compiuti, le gemme faticano a percepire l’arrivo della primavera e, questo, si tradurrebbe in un anomalo prolungamento della fase di dormienza e un ritardo della ripresa vegetativa, una probabile cascola anomala delle gemme, che porta di conseguenza a una fioritura scalare e sbilanciata, con conseguente riduzione del potenziale produttivo.

Peraltro la presenza di un’instabilità termica invernale, con intervalli magari brevi di freddo anche intenso a periodi miti, altera le funzioni della pianta, che si mantiene in uno stato di semi riposo vegetativo e, questo, assorbe un maggior consumo di energie, che trae dalle sostanze di riserva, che vengono poi a mancare nella ripresa primaverile oltre a una difficoltà di reimpostazione per le gemme.

Per limitare questa sfavorevole situazione ma, anche, per favorire un migliore risveglio vegetativo, un’uniformità di germogliamento è possibile utilizzare fertilizzanti presenti in commercio a base di aminoacidi e carboidrati, azoto e calcio, che, penetrando all’interno delle gemme, le nutrono e favoriscono quei processi ormonali e chimici che rimettendo in moto il funzionamento delle gemme, inviando segnali di riattivazione simili a quelli inoltrati naturalmente in seguito all’adeguato soddisfacimento del fabbisogno in freddo. L’apporto di queste sostanze andrebbe attuato nelle ultime fasi del riposo vegetativo, circa un mese prima dell’inizio del germogliamento e con applicazioni fogliari.

Direttore AIPO
Associazione Interregionale
Produttori Olivicoli

Sfoglia gratuitamente l’Olivo News cliccando qui

Per rimanere sempre aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter qui!

Iscriviti alla nostra newsletter!

Tags: Aipo, freddo, in evidenza

Potrebbe piacerti anche

Foglie di oliva al posto del sale. Un’innovazione made in Italy
Anche il Piemonte dell’olio punta ad avere la sua Igp

Author

Potresti leggere