L’inerbimento estivo dell’oliveto? Fa bene alla pianta e al terreno

Una sintesi dei risultati condotti negli anni che attestano i benefici per l'olivo e per il terreno nei mesi più caldi grazie all'inerbimento del suo con essenze spontanee o seminate
Tecnica e Ricerca
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L’inerbimento in oliveto, pratica che prevede la copertura del suolo con essenze erbacee spontanee o seminate, si sta affermando come strategia efficace per affrontare le sfide climatiche estive. Rispetto alla gestione tradizionale con terreno nudo lavorato, l’inerbimento estivo offre benefici concreti in termini di conservazione dell’umidità, protezione del suolo e benessere della pianta.

Meno perdita d’acqua

Durante l’estate, il suolo nudo subisce una forte evaporazione: studi condotti dall’Università di Perugia hanno dimostrato che in presenza di inerbimento permanente si registra una riduzione della perdita d’acqua dal suolo fino al 25-30% rispetto a oliveti con lavorazioni meccaniche superficiali. L’erba, infatti, agisce da isolante naturale, ombreggiando il terreno e limitando l’evaporazione, soprattutto nelle ore più calde della giornata.

 

Riduce l’erosione

Un altro vantaggio cruciale è il miglioramento della struttura del suolo. L’apparato radicale delle specie erbacee favorisce l’aggregazione del terreno, aumenta la porosità e riduce la compattazione. Secondo una ricerca dell’Università di Bari, l’inerbimento riduce l’erosione del suolo fino all’80%, soprattutto nei contesti collinari dove la pioggia battente estiva può asportare facilmente lo strato fertile.

Anche le temperature del suolo risultano più stabili. Un’indagine dell’ENEA (2020) condotta in oliveti pugliesi ha evidenziato che la temperatura superficiale del suolo inerbito rimane mediamente 4-5°C più bassa rispetto a quella del terreno nudo, contribuendo a un microclima più favorevole per l’apparato radicale e la microfauna utile.

Migliore efficienza fotosintetica

Dal punto di vista fisiologico, gli olivi coltivati in suoli inerbiti mostrano minori segni di stress idrico. In esperimenti condotti in Toscana su cultivar Frantoio e Leccino, gli alberi inerbiti presentavano un contenuto idrico fogliare superiore del 10% e una migliore efficienza fotosintetica rispetto a quelli in suolo lavorato, con riflessi positivi anche sulla quantità e qualità dell’olio prodotto.

Naturalmente, l’inerbimento richiede una gestione oculata: è fondamentale controllare la competizione idrica e nutrizionale tra l’erba e gli olivi, soprattutto nei mesi più siccitosi. Tuttavia, con opportune pratiche (sfalcio regolare, selezione di essenze poco competitive, eventuale irrigazione di soccorso), i benefici superano gli svantaggi.

In sintesi, l’inerbimento estivo si conferma una pratica agronomica sostenibile, in grado di migliorare la resilienza dell’oliveto ai cambiamenti climatici, preservare le risorse idriche e aumentare la fertilità del suolo nel lungo termine.

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Tags: in evidenza, inerbimento oliveto, oliveto, olivicoltura

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