Se la prossima campagna olearia di Italia e Spagna parte con previsioni pessimistiche (-30% nel primo caso e dunque 220 mila tonnellate rispetto alle 315 mila della scorsa campagna, ancorpiù nel paese iberico che scenderebbe per la prima volta sotto la soglia psicologica del milione di tonnellate di olio), ben altro clima si respira in Grecia e Turchia. In quest’ultimo paese, in particolare, si prevede addirittura una delle più grandi produzioni di olio di oliva della propria storia. Mercacei, il principale gruppo editoriale spagnolo dedicato al settore olivicolo oleario, ha sentito consulenti internazionali ed esperti del settore per conoscere in anteprima le previsioni per la campagna 2022/23 nei principali paesi produttori che concorrono, con Spagna ed Italia, ad alimentare il mercato oleario. Stime che farebbero scendere dal podio l’Italia, sorpassata, oltre che dalla Spagna leader indiscussa, anche da Grecia, Turchia e probabilmente Tunisia. Eccone una sintesi.
Grecia – Il broker specializzato nel mercato greco Luigino Mazzei prevede una produzione di circa 310 mila tonnellate, che rappresenta un aumento significativo rispetto all’anno precedente. Da Peloponneso e Creta, rispettivamente con 100 mila tonnellate, le produzioni maggiori. A causa del notevole aumento dei prezzi di mercato, si ritiene che i produttori anticiperanno il raccolto il più possibile, in particolare nel Peloponneso.
Tunisia – Secondo l’agente di commercio e broker italiano Adriano Caramia le stime, per il momento, prevedono un raccolto che oscilla tra le 220 e le 260 mila tonnellate di olio d’oliva, con predominanza dell’extravergine sul lampante. Il miglioramento tecnologico degli impianti ha fatto sì che, nel corso degli anni, la quota di oli di buona qualità sia aumentata sempre di più, anche grazie al sistema di irrigazione. Le prospettive sono migliori per il nord della Tunisia, un’area con oli particolarmente pregiati.
Marocco – Per quanto riguarda il Marocco, Noureddine Ouazzani, direttore di Agro-pôle Olivier, spiega che la produzione del 2022 sarà eccezionalmente bassa. Le previsioni degli operatori del settore olivicolo per la campagna 2022/23 mostrano un calo di circa il 60% rispetto alla produzione dello scorso anno stimata in 140 mila tonnellate. Attualmente, le previsioni sono di circa 60.000 tonnellate di olio d’oliva. La bassa produzione è dovuta a condizioni climatiche sfavorevoli durante l’induzione della fioritura (mancanza di freddo), la fioritura (tempeste con grandine) e lo sviluppo dei frutti (mancanza di precipitazioni/siccità).
Turchia – Da parte sua, Murat Küçükçakıre, ingegnere agricolo e consulente di diversi progetti in Turchia e Azerbaigian, si aspetta che la Turchia registrerà la più grande produzione di olio d’oliva nella sua storia nella campagna 2022/23. La bassa resa osservata in altri paesi a causa della siccità non si è verificata in Turchia, ad eccezione della regione sudorientale. In alcune regioni le piogge registrate a fine agosto hanno contribuito in modo significativo alla resa dei frutti. Secondo le consultazioni svolte in varie regioni, l’aspettativa in Turchia quest’anno è di 300/320 mila tonnellate di olio d’oliva. Inoltre, si prevede di produrre circa 600 mila tonnellate di olive da tavola.
Portogallo – Secondo Alberto Serralha, CEO di Sociedade Agrícola Ouro Vegetal, produttore e consulente internazionale di olio d’oliva, dopo la “super” produzione del 2022, c’è stato un calo significativo del raccolto di quest’anno. Sarà un anno di produzione “buona e molto buona” negli oliveti irrigui più giovani, mentre il resto, in generale, registrerà raccolti molto bassi, principalmente in quelli superintensivi della varietà Arbequina. Il calo della produzione sarà di circa il 40-60% rispetto alla campagna precedente, quindi è prevista una produzione compresa tra le 90 e le 130 mila tonnellate.
L’Italia dell’olio scende dal podio, ecco chi ci sorpasserà
La rivista spagnola Mercacei ha sondato i vari mercati
Mercato alimentare nel mondo
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