L’olivicoltura nell’Appennino tra abbandono e opportunità

Nuovi strumenti per rivitilizzare i sistemi tradizionali in un incontro a Casoli (Ch) dell'Accademia Nazionale dell'Olivo e dell'Olio
Tecnica e Ricerca
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Di recente sono intervenuti incoraggianti segnali che lasciano presagire una potenziale rivitalizzazione dei sistemi produttivi dell’olivicoltura tradizionale ed a valenza paesaggistica. La riforma della Politica agricola comune (PAC 2023-2027), con gli eco-schemi e l’architettura verde, il Farm to Fork con la spinta verso i sistemi produttivi sostenibili ed il PNRR con misure di sostegno specifico alle imprese, possono senz’altro innescare un percorso virtuoso.

Nello stesso tempo, le dinamiche del mercato, con crescente sensibilità ed interesse verso la qualità e la distintività delle produzioni agiscono come elemento di supporto e creano un contesto favorevole ad una nuova e moderna imprenditorialità olivicola-olearia.
Di questi temi se ne parlerà nel corso di un convegno organizzato dall’Accademia Nazionale dell’Olivo e dell’Olio, con una Tornata in Abruzzo a Casoli (Chieti), venerdì 9 giugno 2023, dal titolo: “Fragilità e resilienza dei sistemi olivicoli tradizionali dell’Appennino”.

Il convegno – sostenuto dalla Pieralisi – affronta le problematiche e le opportunità dei sistemi produttivi caratterizzati da spinta frammentazione fondiaria, da localizzazione prevalente in aree diverse dalla pianura irrigua, da un elevato valore paesaggistico ed ambientale e composti prevalentemente da varietà autoctone. Questi oliveti sono in genere a media o bassa produttività e sono spesso coltivati con pratiche di minima lavorazione e soggetti al rischio di abbandono.

La sfida da affrontare nel medio e lungo periodo è pertanto quella di creare le condizioni per la diffusione sul territorio di modelli aziendali di successo, sfruttando le opportunità fornite dalla presenza di abbondanti superfici olivicole e con un patrimonio di varietà tradizionali ad alto valore commerciale. L’auspicio degli organizzatori è che il confronto tra scienziati, tecnici, operatori economici ed Istituzioni pubbliche possa fornire utili indicazioni e spunti per individuare un percorso di rilancio e di ammodernamento dell’olivicoltura tradizionale, altrimenti destinata ad essere marginale dal punto di vista economico.

A partire dalle ore 9.00, questi gli interventi dopo i saluti istituzionali:

Rossano Pazzagli, Università del Molise, Campobasso
“Fra storia e turismo: il ruolo economico, ambientale e paesaggistico dell’ulivo nell’Italia centrale e meridionale”
;
Maria Rosaria Pupo D’Andrea e Antonio Giampaolo, CREA PB
“L’olivicoltura tradizionale nelle regioni vocate dell’Italia centro-meridionale: caratteristiche strutturali, evoluzione e linee di intervento per il rilancio produttivo” ;
Enrico Maria Lodolini, CREA;
“Interventi straordinari per la riforma e la rigenerazione vegeto-produttiva degli oliveti tradizionali e paesaggistici” 
Franco Famiani, Università di Perugia
“Tecniche agronomiche e gestionali per ottimizzare la produzione degli oliveti tradizionali e paesaggistici”
Silverio Pachioli, Ist. Agrario di Scerni
“Metodi alternativi e complementari alla difesa chimica classica nella gestione fitosanitaria degli oliveti tradizionali e specializzati”
Maurizio Servili, Università di Perugia
“Innovazioni nella gestione delle tecnologie di estrazione dell’olio di oliva”
Angelo Cichelli, Università d’Annunzio CH -PE
“Caratteristiche di composizione delle produzioni olearie da sistemi tradizionali e innovativi in Abruzzo”
Mauro Meloni, CEQ
“Qualità del prodotto e politiche di valorizzazione delle produzioni da oliveti tradizionali” Dr. ;

Nel pomeriggio è poi prevista una visita presso frantoio oleario e oliveto con dimostrazione per la gestione della potatura presso l’Azienda Agricola Agriflorio.

 

 

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Tags: Accademia, appennino, Casoli, in evidenza

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