L’olivicoltura è una pratica agricola che richiede una gestione attenta e strategica al fine di massimizzare la resa e la qualità del prodotto. Uno dei metodi efficaci consiste nell’uso di fitoregolatori, biostimolanti, osmoregolatori durante le fasi che vanno dalla fioritura al primo ingrossamento dell’oliva, momento in cui inizia a crescere in dimensioni, passando da piccoli embrioni a una drupa visibili e in espansione.
Questo periodo è caratterizzato da una rapida divisione e crescita cellulare, che è sostenuta da un apporto di acqua e nutrienti e dove gli ormoni vegetali giocano un ruolo fondamentale, come le citochinine, che stimolano la moltiplicazione delle cellule, favorendo la produzione di fiori e polline e sono coinvolte nel processo di allegagione.
Altre sostanze ormonali sono le auxine e le gibberelline, che favoriscono l’apertura dei fiori e la crescita degli stami e degli stigmi, migliorando la fertilità e contribuiscono alla formazione delle olive.
Abbiamo ancora l’acido abscissico, che aumenta la tolleranza agli stress ambientali, aiutando la pianta a superare condizioni avverse.
I fitoregolatori
La conoscenza approfondita di queste proprietà ha portato allo sviluppo di prodotti commerciali, noti come fitoregolatori, che possono essere di origine naturale o di sintesi, e imitano l’azione degli ormoni naturali interni alle piante, per questo sono definiti ormono-simili. Una volta applicati alla vegetazione, questi ne replicano efficacemente le funzioni fisiologiche, migliorando la crescita e la produttività delle piante.
Si trovano presenze di fitoregolatori di origine naturale nelle alghe proveniente dai mari del Nord (come l’Ascophyllum nodosum, l’Ecklonia maxima, la Laminaria spp., la Macrocystis pyrifera), che forniscono all’olivo un supporto nutrizionale e sostanze con azione auxino-simile, citochinino-simile e gibberellino-simile. Le troviamo in commercio con nomi come Kelpak, Acadian MPF, Alga Special, Alga Mix BMg, AgriAlgae.
Un fitoregolatore di sintesi è, invece, l’acido naftilacetico, un auxino-simile, è indicato per stimolare la formazione dei frutti, soprattutto in condizioni di scarsa allegagione naturale, da applicare con trattamenti fogliari o radicanti, ad esempio. In commercio è disponibile con il nome di Auxiger.
I corroboranti naturali
Importanti in queste fasi vegetative sono anche i corroboranti naturali come il distillato di legno, ottenuto dalla distillazione del legno e composto da tannini, acetati e fenoli. Questo prodotto migliora la resistenza delle piante agli stress dovuti ad azioni parassitarie, a condizioni climatiche avverse a problemi del suolo, stimolando le loro difese naturali. In commercio, ad esempio, potremo trovarlo con il nome di Distillato di Legno BioDea.
Gli osmoregolatori
Vi sono anche gli osmoregolatori, sono sostanze che aiutano a mantenere l’equilibrio idrico nella pianta e a sopportare meglio la siccità, come la “glicina betaina”, un composto derivato dall’amminoacido glicina.
Abbiamo poi la prolina, un amminoacido interessante che aiuta le piante a superare sfide come alte temperature e scarsità d’acqua, così quando le cellule della pianta d’olivo sono sotto pressione e si formano delle sostanze “pericolose”, chiamate radicali liberi, questo entra in funzione attua una azione di rafforzamento.
Inoltre, si aggiungono due zuccheri, il sorbitolo e il mannitolo, che non solo agiscono come fonti di energia, ma svolgono anche un ruolo importante come osmoregolatori, aiutando a mantenere l’equilibrio idrico all’interno delle cellule, consentendo così all’olivo di adattarsi meglio alle variazioni ambientali.
Non dimentichiamo l’importanza dei concimi che contengono complessi di vitamine, aminoacidi e proteine, oltre ai micronutrienti come magnesio, ferro, boro, rame, zinco e manganese. Questi elementi favoriscono e migliorano l’attività fotosintetica, contribuendo all’aumento della crescita vegetativa. Le vitamine e gli aminoacidi aiutano le piante a tollerare meglio gli stress ambientali. Infine, i microelementi, essenziali per le piante d’olivo, sono necessari solo in piccole quantità e sono spesso chiamati ‘elementi traccia’.
In conclusione, l’olivicoltura richiede una gestione attenta e un approccio integrato durante le fasi cruciali dalla pre-fioritura, all’allegagione al primo ingrossamento delle olive, che può contribuire significativamente a una migliore qualità del raccolto, fornendo alle piante il supporto necessario per prosperare anche in condizioni ambientali avverse.
Direttore AIPO
Associazione Interregionale
Produttori Olivicoli
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