Matera diventa palcoscenico dell’olivicoltura internazionale

Due giorni ricchi di eventi e di confronto sull'oleoturismo
Enti e Associazioni
Views: 854

Matera diventa il palcoscenico dell’olivicoltura internazionale. Venerdì 23 e sabato 24 giugno la città lucana ospiterà l’evento “Il Turismo dell’Olio nel Mediterraneo” all’interno del quale si svolgerà il primo Meeting Internazionale ReCOMed (la rete delle Città dell’Olio del Mediterraneo: Italia, Grecia, Spagna, Marocco, Tunisia, Slovenia, Croazia, Montenegro, Turchia e Portogallo) e l’Assemblea nazionale delle Città dell’Olio, la rete che riunisce più di 450 Comuni, Enti e Parchi italiani a vocazione olivicola.

Un evento che diventa occasione di un confronto tra i Paesi del bacino del Mediterraneo sul turismo dell’olio. Nell’occasione, saranno presentate indagini di mercato e studi specifici sull’andamento di questo settore in espansione e alcune tra le migliori best practices dei Paesi presenti. Obiettivo del Meeting, è quello di individuare standard condivisibili sul turismo dell’olio per arrivare alla creazione di un vero e proprio “Club di prodotto EuroMediterraneo”. Inoltre, alla premiazione delle migliori esperienze di oleoturismo italiane, è dedicato l’evento finale del Concorso Nazionale Turismo dell’Olio organizzato dall’Associazione nazionale delle Città dell’Olio. Una iniziativa, giunta alla sua terza edizione, nata per promuovere le migliori esperienze oleoturistiche italiane che dal prossimo anno si trasformerà nel primo Premio Nazionale sul Turismo dell’Olio.
“La cooperazione tra i Paesi del Mediterraneo sul tema della valorizzazione della cultura olivicola – ha sottolineato il presidente dell’Associazione Città dell’Olio Michele Sonnessa – deve essere sempre più forte e concreta in quanto l’olivicoltura rappresenta un patrimonio che dobbiamo difendere e promuovere esaltandone le origini storiche ed identitarie. Questo appuntamento attuerà nuove iniziative – come il Premio Turismo dell’Olio – volte ad accrescere l’interesse dei consumatori del mondo sui valori ambientali, storici, salutistici, gastronomici e culturali di una coltura millenaria nella sua culla originaria: il Mediterraneo”.

Il turismo dell’olio, del resto, è ad una svolta vero l’autenticità. Ad evidenziarlo è il Rapporto 2023 sul turismo enogastronomico a cura di Roberta Garibaldi, presidente dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico che indicano una crescita di interesse verso il rapporto con il produttore. I dati evidenziano che nel settore olio si evidenzia il maggiore gap tra l’interesse verso le esperienze e l’effettiva fruizione, segno della grande potenzialità ancora inespressa del settore. Vi è una diversificazione delle esperienze più gradite in base all’età: per gli over 55 prevale l’interesse per le esperienze più tradizionali tra quelle proposte dalle aziende del settore olivicolo. Tra i giovani tende ad aumentare l’interesse verso altri tipi di esperienze non prettamente turistiche, che escono dalla logica del “mordi e fuggi” e consentono, invece, di far emergere il vero legame tra l’olio e il suo territorio.
Come principale motivazione che induce il turista a visitare un oleificio si conferma l’acquisto del prodotto “a un prezzo interessante”, indicata dal 72% del campione. Aumenta al 70% la percentuale di coloro che sono attratti dalla possibilità di degustare l’olio in abbinamento ai prodotti e ai cibi del territorio: il food paring nelle aziende produttive si evidenzia come uno dei trend dell’anno.
Altre potenziali esperienze come la visita di un frantoio storico (indicata dal 68%), l’itinerario a piedi tra ulivi secolari (64%), la scoperta di un’oleoteca (61%) o di un museo dell’olio (51%) continuano ad essere particolarmente apprezzate da parte del pubblico italiano così come l’esperienza in un centro benessere o Spa con trattamenti a base di olio extra vergine, in questo caso con una predilezione da parte della clientela di sesso femminile (56% vs 46%).
La più evidente crescita, secondo i dati del Rapporto 2023, è il rapporto personale con il produttore: il 59% degli intervistati vorrebbe avere l’opportunità di incontrare e parlare con il proprietario dell’azienda, una percentuale superiore di dieci punti rispetto alla rilevazione del 2019. In evidenza anche il collegamento tra la produzione di olio e la storia della location collegata: il 66% del campione vorrebbe infatti poter visitare una dimora storica con un uliveto o un’orciaia, dato in piena linea con la tendenza della riscoperta degli antichi palazzi dove si pratica ancora oggi l’attività agricola.

Per leggere il programma dei due giorni clicca qui.

Tags: Citttà dell'Olio, Garibaldi, Matera, Sonnessa

Potrebbe piacerti anche

Maurizio Servili: “A chi giovano le inchieste sull’extravergine?”
Così il migliore recupero di un oliveto in fase di abbandono

Author

Potresti leggere