Fa il giro del mondo la proposta di legge per riconoscere in Italia la figura dell’olivicoltore custode, vale a dire di colui che, pur svolgendo un’altra professione, si prende cura con passione e dedizione dell’oliveto di famiglia.
Dopo l’anticipazione data da OlivoNews, la notizia è stata rilanciata da alcuni dei principali organi di informazione di settore internazionali, dalla Spagna alla Grecia fino agli Stati Uniti. Registrando ampi consensi. In Italia, merita di essere segnalata la posizione espressa da Unapol.
Incentivi e agevolazioni
La proposta di legge, come noto, mira a fornire strumenti di supporto agli olivicoltori non coltivatori diretti o imprenditori agricoli, incoraggiando la gestione sostenibile degli oliveti e il recupero di quelli abbandonati. Tra le misure previste, agevolazioni fiscali, incentivi per la manutenzione e la valorizzazione degli oliveti, nonché l’accesso a bandi pubblici dedicati alla conservazione del patrimonio olivicolo.
Secondo Ismea, in Italia sono almeno tre milioni le famiglie coinvolte nell’autoproduzione. E sebbene non esistano dati ufficiali sulle quantità prodotte, si stima che almeno il 35% della produzione italiana di olio di oliva sia destinata all’autoconsumo o condiviso nella ristretta cerchia di familiari ed amici.
Un ruolo importante
“ Stiamo parlando di oliveti di piccole o medie dimensioni, che rappresentano un’attività secondaria per molti. Tuttavia, è molto importante”, ha avuto modo di sottolineare Bozza. “Il loro lavoro non è professionale, ma si prendono cura dell’ambiente, salvaguardano il territorio e promuovono la biodiversità”. Persone che si fanno carico di gestire oliveti, seguendo una tradizione tramandata da generazione in generazione. Ma che, tra lavori di gestione e rese sempre minori a causa di siccità e fitopatie varie, rischia di provocare l’abbandono, con conseguenze anche per il paesaggio ed il rischio di dissesti idrogeologici.
“ L’idea è quella di contrastare l’abbandono riconoscendo nuovi ruoli, tra cui quello degli olivicoltori che non sono né agricoltori né imprenditori agricoli”, si legge nella proposta di legge.“ Questi nuovi ruoli devono essere considerati custodi del patrimonio olivicolo nazionale.”