“Anna Cane è la persona giusta alla guida del FOOI, perché ha grande visione ed una particolare attenzione al profilo commerciale. Dunque potrà guidare la filiera verso quella promozione unitaria dell’olio di oliva italiano sia all’interno del nostro paese che nei mercati internazionali che sarebbe un obiettivo fondamentale”.
Nel lasciare la presidenza del FOOI dopo cinque anni, Paolo Mariani (nella foto) saluta il nuovo vertice dell’organismo interprofessionale e si dice certo che potrà raggiungere risultati importanti. Con un sguardo al lavoro svolto.
Mariani, che bilancio trae dalla sua esperienza alla guida del FOOI?
“Estremamente positivo. Con il FOOI in Italia si è cominciato a parlare seriamente di interprofessione. Siamo riusciti a farlo capire anche alla politica che era rimasta ferma a dieci anni fa, con il Regolamento Ue del 2013 e la successiva legge nazionale che ha fissato al 40% del prodotto detenuto il limite per poter esprimere la rappresentatività di una interprofessione”.
Una percentuale che poi non è mai stata raggiunta…
“Perché è oggettivamente impossibile, tenuto conto che il 30% dell’olio italiano è per autoconsumo, che siamo in presenza di una frammentazione altissima con aziende agricole che hanno una media di 1,2 ettari ad oliveto e dove l’aggregazione sul prodotto gestito diventa difficilissima”.
Quale risultato ritiene sia stato il più significativo sotto la sua presidenza?
“Certamente la pace olivicola che il FOOI ha saputo portare. Mettendo insieme la produzione con Italia Olivicola e Unapol, la trasformazione con Aifo e Assofrantoi, i confezionatori con Assitol, siamo riusciti a fare politiche unitarie. Senza più litigare, senza più che ciascuna parte si scagliasse contro le altre due su ogni tema. Ciascuna, viceversa, ha saputo comprendere le situazioni reciproche, raggiungendo una proficua e positiva relazione che ha impedito di alimentare qualsiasi polemica”.
Il passo da fare ora?
“Sotto il profilo organizzativo è in atto un positivo confronto con il Ceq, vale a dire l’organismo che ad oggi è riconosciuto come soggetto dell’interprofessione pur non avendo la rappresentatività numerica del prodotto. Vi è la reciproca disponibilità a trovare soluzioni per una unica interprofessione, autorevole e forte. Ma questo è solo il primo passo”.
Poi?
“Poi occorre lavorare per azioni congiunti efficaci. Penso ad una promozione del made in Italy sia tra i consumatori del nostro paese che nei mercati esteri, ovviamente avendo ben chiaro il fatto che parliamo di numeri certamente non rilevanti come quelli spagnoli. Poi sarà importante un confronto serrato e propositivo con la grande distribuzione per frenare definitivamente la corsa al sottocosto o al prodotto civetta che sono strumenti dove non ci guadagna nessuno, consumatore compreso che si troverà in questo modo ad acquistare un prodotto sempre al limite della qualità. Su questi obiettivi sono convinto che Anna Cane, insieme al vice Tommaso Loiodice ed a tutti i protagonisti del FOOI sapranno intraprendere le giuste azioni”.