Il rame è un fungicida e battericida che si distribuisce sulle piante, non è assorbito dai tessuti vegetali, ma si deposita sulle parti esterne di foglie e altri organi epigei. Ad oggi, molte delle azioni a contrasto di parassiti sia fungini e sia batterici si regge sull’utilizzo di prodotti rameici. Il rame entra nella difesa fitosanitaria dell’olivo contro crittogame come l’occhio di pavone, la lebbra delle olive, la piombatura, le fumaggini, i cancri rameali e la rogna dell’olivo.
Oltre ad influire nei confronti di patogeni, l’azione del rame si svolge anche sui tessuti vegetali epidermici, attuandone un indurimento. Questo, porta a una ulteriore limitata opposizione ai patogeni. Ad iniziare dal 1° gennaio 2019, il Regolamento UE 1981/2018 ha limitato la quantità di rame utilizzabile sulle colture ad una dose di 28 kg/ha di rame in 7 anni.
Azione del rame e sua operazione preventiva
Anche se non è ancora ben conosciuto come lo ione rame riesca a bloccare i parassiti fungini, si pensa che questo modifichi la composizione delle proteine e degli enzimi che formano le membrane cellulari di funghi e batteri, compromettendone l’integrità e la capacità di essere selettivi, tanto che non riescono più a bloccare il passaggio dello ione rame stesso, che riesce a filtrare all’interno della cellula. Una volta superata la membrana cellulare, lo ione rame altera i processi respiratori e frena la riproduzione della cellula colpita, portandola alla morte. L’azione fungicida del rame è rivolta prevalentemente contro le spore fungine, rilasciate nell’ambiente o in corso di germinazione, agisce frenando la loro germinazione, poco o nulla agisce contro il micelio che è già penetrato nei tessuti vegetali. Per la sua modalità d’azione di contatto, l’applicazione del rame deve avvenire prima della diffusione della malattia, pertanto è da considerare come prodotto fitosanitario preventivo.
Negli olivi, il rame induce una caduta selettiva delle foglie malate: in questa maniera diminuisce la quantità d’inoculo di spore fungine. Quando le piante di olivo malate sono irrorate con prodotti rameici si potrebbe avere un effetto defogliante selettivo. Dato il carattere preventivo e protettivo del rame, il momento dell’applicazione è decisivo.
Data l’elevata tossicità dello ione rame, è raro incontrare ceppi fungini resistenti ai prodotti rameici.
Prodotti rameici
Tra i prodotti rameici troviamo:
1) Solfato di rame nelle due forme:
I. Solfato di rame puro, che ha un’azione molto rapida ma è piuttosto fitotossico.
II. Solfato di rame neutralizzato nei due composti:
a) poltiglia bordolese, solfato miscelato con calce spenta, costituita da un complesso di sali di rame: ha buona resistenza al dilavamento, favorisce l’ispessimento della cuticola fogliare e dell’epidermide del frutto, controlla il lussureggiamento vegetativo, è molto persistente; in commercio ne esistono varie forme a seconda della percentuale di rame metallo contenuto;
b) solfato tribasico: in questo formulati la neutralizzazione è ottenuta con un processo di lavorazione diverso da quello della poltiglia bordolese. È molto solubile in acqua, il suo pH tendente all’acido conferisce maggiore aggressività e prontezza d’azione, si produce partendo sempre da una soluzione acquosa di solfato di rame che è neutralizzata da idrossido di ammonio.
2) Ossicloruri
Gli ossicloruri, rispetto alla poltiglia bordolese, sono meno persistenti, ma hanno più immediata azione crittogamica e una meno accentuata fitotossicità rispetto all’idrossido di rame. In commercio vi sono varie forme, a seconda della percentuale di rame metallo contenuto, la concentrazione più usata è quella al 50% di rame metallo. Si dividono in:
a) ossicloruro di rame e calcio o triramico: ha una pronta azione, efficienza e persistenza, ma esplica una più lenta azione biologica. Rappresenta la forma più attiva nei confronti delle batteriosi, come ione di rame agisce sulle crittogame per contatto fogliare, penetrando nelle spore e nei conidi ed impedendone la germinazione. L’ossicloruro di rame è prodotto partendo da una soluzione di cloruro di rame che, attraverso un processo di ossidazione e idrolisi, permette di ottenere il sale desiderato.
b) ossicloruro tetraramico: ha un’azione meno rapida del triramico, ma più persistente; il rilascio finale di rame è maggiore di quello dell’ossicloruro triramico.
3) Ossido rameoso
L’ossido rameoso è leggermente fitotossico, dotato di buona adesività sulla vegetazione trattata. L’elevato peso specifico tende a far precipitare il prodotto, così la sospensione in acqua è fortemente limitata nel tempo. E’ prodotto attraverso un processo di elettrolisi, oppure tramite ossidoriduzione di ossido di rame.
4) Idrossido di rame
L’idrossido di rame ha pronta azione, ma è leggermente fitotossico: da evitare i trattamenti in fioritura, si ottiene a partire da una soluzione acquosa di solfato rameico a cui si aggiunge idrossido d’ammonio in eccesso e, a seguire, una soluzione acquosa di idrossido di sodio.
I composti a base di rame possono trovarsi in formulazioni solide o liquide, le prime sono dette formulazioni in granuli idrodisperdibili (WG), caratterizzate da microgranuli che, una volta introdotti in acqua, si disgregano e disperdono in acqua il composto rameico. Le formulazioni liquide, in sospensioni concentrate (SC), sono invece stabili, date da un composto rameico che, per l’impiego, è diluito in acqua.
Valutazioni
L’efficacia del rame è proporzionale alla quantità somministrata, tra le diverse formulazioni commerciali. Lo troviamo come polvere bagnabile, granuli disperdibili, sospensione. Quella che va per la maggiore è come idrossido, perché ha una maggiore capacità di rilasciare rame attivo anche a dosaggi limitati, che scendono a 100 grammi per ettolitro di metallo. Il tradizionale solfato di rame e la classica poltiglia bordolese sono le soluzioni più economiche, anche se per il solfato tal quale è da tenere presente che, alla sua riconosciuta superiore efficacia, da più rischi di fitotossicità ed è facilmente dilavabile.
Nuovi prodotti con presenza di prodotti rameici penetranti
In questi ultimi anni sono stati introdotti formulati dove il rame ha una bassa concentrazione, generalmente come solfato e in combinazione con sostanze come gli aminoacidi, di origine animale o vegetale, o di sostanze di sintesi, in grado di conferirgli la capacità di penetrare nei tessuti vegetali.
Con questi sistemi il rame, oltre a svolgere un’attività di superficie, penetra all’interno dei tessuti, attuando anche un’azione d’ostacolo a parassiti fungini e batterici. Da considerare che in questi casi non si tratta di prodotti fitosanitari, ma di concimi e corroboranti, tra questi troviamo:
1) peptidato di rame: lo ione rame, al 5%, è unito a proteine le quali lo aiutano a penetrare all’interno della foglia. Questa unione di proteine e rame però possono dare fenomeni di fitotossicità, soprattutto in stagioni particolarmente fredde o calde e umide o piovose.
2) tallato di rame: è preparato con resine, acidi grassi estratti dal legno di pino e idrossido di rame, non si conosce ancora bene il meccanismo di azione e la sua efficacia, si sa però che ha una bassa fitotossicità.
3) gluconato di rame: è un sale dell’acido gluconico, composto da acido gluconico diidrato allo stato cristallino con 8% di solfato di rame polverizzato, il rame è trasportato all’interno delle foglie senza presentare fenomeni di fitossicità, ha notevole facilità di spostarsi dalla pagina superiore a quella inferiore della foglia, quindi ha una veloce azione translaminare.
Direttore AIPO
Associazione Interregionale
Produttori Olivicoli