Anche la Spagna olivicola pagherà un prezzo molto alto alla lunga siccità e alle ondate di calore che hanno caratterizzato questi ultimi mesi. E la riduzione di olio di oliva si prevede in percentuale simile a quella che Cia Agricoltori ha stimato per l’Italia, vale a dire un -30%. A sbilanciarsi per primo è l’Associazione dei giovani agricoltori (Asaja) dell’Andalusia, la regione dove si concentra la gran parte della produzione olivicola iberica. Le previsioni di questa Associazione indicano una produzione di olio di oliva ridotta di un terzo rispetto alla scorsa campagna: praticamente appena un milione di tonnellate, a fronte dell’1,3 milioni dello scorso anno. La stessa Associazione ha comunque sottolineato che le scorte di olio di oliva in Spagna, pari ad oltre mezzo milione di tonnellate, garantiscono approvvigionamento. Tesi confermata anche da alcuni analisti di mercato che sostengono che la Spagna può tranquillamente affrontare una riduzione del 25/30% nei prossimi anni.
A farsi portavoce di una situazione comunque critica è stato anche il ministro spagnolo dell’agricoltura Luis Planas secondo il quale, pur non azzardando numeri, “se non ci saranno temperature o piogge nelle prossime settimane, la raccolta delle olive di quest’anno potrebbe essere notevolmente inferiore a quella precedente”.
Anche in virtù del calo in Spagna, secondo l’Outlook della Commissione Agricoltura dell’Ue, i prezzi rimarranno elevati. A pesare in questo caso anche gli elevati costi di energia, materie prime e trasporti.
Produzione 2022: se l’Italia piange, la Spagna non ride
Prime stime a un milione di tonnellate, con un calo di un terzo
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