Un programma di promozione mondiale dell’olio di oliva, investimenti nella ricerca contro la Xylella, mantenimento e potenziamento del panel test. Sono i tre temi caldi su cui Gennaro Sicolo (nella foto), eletto vicepresidente del comitato consultivo del Coi – primo olivicoltore italiano a ricoprire tale carica – intende lavorare fin da subito. Uomo di lotta e di governo, Sicolo dovrà tradurre in diplomazia dialettica nel tavolo intercontinentale le principali battaglie che lo vedono da anni protagonista nel ruolo di presidente di Italia Olivicola, la principale Associazione delle OP dell’olivicoltura nazionale.
Gennaro Sicolo, una elezione, la sua, che restituisce centralità all’Italia all’interno del Consiglio Oleicolo Internazionale. Non era così scontata, giusto?
“No, e ringrazio per questo tutti coloro che mi hanno voluto sostenere in questo ruolo. Ho apprezzato molto la coesione che si è registrata a livello nazionale attorno al mio nome, a partire dal Ministero dell’agricoltura e della sovranità alimentare, così come la convergenza dei rappresentanti dei paesi europei. È una grande responsabilità, che accolgo con spirito di servizio, umiltà, ma anche determinazione”.
Anche perché le problematiche non mancano, specie a livello internazionale!
“Esattamente, nel mondo dell’olivicoltura è in atto una grande trasformazione che sta mandando in archivio vecchi paradigmi che fino a poco tempo fa sembravano irremovibili. Entrano nel Coi sempre nuovi paesi, si devono affrontare nuove sfide. Trasformare queste sfide in regole valide per tutti sarà fondamentale. La mia delega all’olio di oliva, specificatamente assegnata dall’assemblea del Coi ad un vicepresidente (all’altro vice è stata data la delega alle olive da mensa) richiama me e lo staff che mi darà supporto a dover iniziare fin da subito un cammino programmatico e condiviso”.
Quali le problematiche più stringenti?
“Tante, ma per ora ritengo che tre siano prioritarie. La prima è legata ad un programma di promozione internazionale dell’olio extravergine di oliva, recuperando gli anni persi durante la pandemia dove non si è data quella spinta necessaria. Anzi, abbiamo dovuto lottare per difendere con i denti le straordinarie proprietà salutistiche e nutraceutiche di questo prodotto contro chi voleva imporre l’etichetta a semaforo, un meccanismo che sconfessa il valore della dieta mediterranea e delle proprietà benefiche dell’extravergine di oliva scientificamente provate. Servono risorse per finanziare tale promozione a beneficio del consumatore, in qualsiasi angolo del pianeta si trovi”.
Come secondo punto, invece?
“Riprendere la ricerca sulla Xylella attraverso un percorso comune che possa mettere insieme le più evolute attività di studio oggi presenti nel mondo. Stiamo andando avanti ancora con i metodi per contenere questo batterio, perché ancora non si è riusciti a trovare strumenti per eliminarlo. Vanno studiate anche in questo caso regole a livello mondiale. E va sviluppata la ricerca che dia ulteriori risultati anche sulle varietà resistenti che ad oggi sono soltanto due per l’olivicoltura e sicuramente insufficienti”.
Veniamo al terzo obiettivo!
“Un’altra battaglia avviata da tempo, quella a difesa del panel test, uno strumento che va mantenuto e potenziato a garanzia tanti dei produttori quanto dei consumatori. Lo andiamo ripetendo da tempo, in maniera unitaria in Italia: il mantenimento della valutazione organolettica come metodo per caratterizzare e classificare l’olio vergine di oliva, rappresenta oggigiorno una assoluta necessità da salvaguardare, per mantenere la posizione privilegiata che il settore si è conquistato rispetto ai prodotti sostituivi, per assicurare la vitalità nel lungo periodo e per cogliere le opportunità offerte dalle nuove evoluzioni del mercato”.
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