Scendono sotto le 100 mila tonnellate le scorte di olio extravergine d’oliva italiano (91.143), mentre per la prima volta l’olio di provenienza europea e extracomunitaria (96.321) supera in giacenza quello nazionale. Il calo quasi doppio dell’extravergine italiano (-13,8%) rispetto a quello dell’Evo straniero (7,6%) conferma una tendenza già segnalata dagli operatori del settore, e cioè che l’aumento dei prezzi dell’olio proveniente da oltre confine conseguente alla minore disponibilità (specie dalla Spagna), ha livellato i valori con quello 100% italiano, spingendo i consumatori ad orientarsi verso quest’ultimo prodotto.
I dati dell’ultimo report di Frantoio Italia, elaborato mensilmente dell’Icqrf sulla base dei dati contenuti nei registri telematici dell’olio (22.110 alla data del 31 maggio), fanno emergere allo stesso tempo anche la forte riduzione del lampante (con conseguente aumento della quota di olio di oliva e raffinato) e dell’olio di sansa di oliva, lasciando pensare che la lievitazione dei prezzi stia orientando parte dei consumatori a scegliere oli di minore qualità.
Un mese, quello di maggio, che ha visto ridurre da 277.936 a 255.181 le tonnellate di olio complessivo in giacenza (-8,2%), con transazioni superiori al mese precedente a dimostrazione di un mercato vivace. È la Puglia a detenere ancora la quota più rilevante (oltre il 30%) nei propri serbatoi, seguita da Toscana (18,7%) e Umbria (11,2%).
Pari a 33 mila tonnellate l’olio biologico, quasi un terzo del quale detenuto in Puglia, anche qui davanti alla Toscana (18,2%), mentre al terzo posto si colloca la Sicilia (13,5%). Proprio l’isola, invece, tallona sempre la Puglia per le giacenze degli oli certificati: la Dop Terra di Bari ha il 29.8% dei 13 milioni di litri in giacenza, la Dop Val di Mazara e l’Igp Sicilia insieme sono al 25,8% (3,5 milioni), con l’Igp Toscano nel mezzo per quasi 2 milioni di litri (14,2%).