Ecco i punti cardine del nuovo Piano Olivicolo Nazionale

Il sottosegretario La Pietra: "Ascolto tutti, ma poi è la politica a decidere"
Economia
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Aumentare la produzione di olio di oliva italiano, ottimizzare la gestione delle risorse idriche per far fronte alla siccità, valorizzare sotto il profilo ambientale gli oliveti a rischio abbandono, ridurre i costi produttivi, rilanciare il vivaismo, intervenire in maniera efficace sulla Xylella, creare una vera interprofessione, sviluppare relazioni nell’organismo di rappresentanza internazionale dell’olivicoltura (il Coi).

Sono i punti centrali che il nuovo Piano Olivicolo Nazionale prenderà in esame ed anticipati dal sottosegretario Patrizio La Pietra a Bitonto nell’incontro organizzato da Italia Olivicola,Legacoop Agroalimentare, Cia e Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare e Forestale.

Le scelte della politica

Raccogliendo gli stimoli dei numerosi relatori, tra cui il presidente di Italia Olivicola e Cia Puglia, Gennaro Sicolo, il sottosegretario ha illustrato il percorso avviato e le prossime tappe, partendo da una premessa: “Le scelte le compie il governo, perché la politica deve assumersi le sue responsabilità, certamente ascoltando tutti, ma con l’impegno poi a decidere essa per il bene comune”.

E già, perché a non decidere, stando all’intervento del sottosegretario, se ne sono pagate le conseguenze. Nell’elencare che dopo l’approvazione dei vari piani di settore nel mondo agricolo, tutto è rimasto invariato per decenni – l’ultimo Piano olivicolo, che è tra i più recenti, è datato 2016 – La Pietra ha riconosciuto come manchi una strategia di fondo, con una politica che si è limitata a governare il presente, cercando di distribuire le risorse, per attenuare le emergenze, senza focalizzati sugli obiettivi e sulle riforme strutturali.

Relativamente al tavolo tecnico olivicolo di supporto, La Pietra ha comunicato che proprio nei giorni scorsi è partita la richiesta a tutte le associazioni di ufficializzare entro la prossima settimana i nomi dei rispettivi membri che le rappresenteranno.

Gli obiettivi del Piano olivicolo

Primo punto del nuovo Piano che proporrà il governo nella discussione con il mondo olivicolo-oleario sarà quello dell’aumento della capacità produttiva. E questo significa un aumento della superficie olivata, dove la Puglia sarà ovviamente una regione centrale, anche per recuperare gli ettari di oliveti distrutti dalla Xylella. Riguardo a tale fitopatia, il rappresentante del Ministero ha ricordato che ci sono almeno altri 120 milioni disponibili del piano Xylella che ancora devono essere spesi – e cioè arrivare direttamente alle aziende coinvolte – per ritardi causati da meccanismi burocratici che vanno superati. Per la stessa Xylella, La Pietra ha ricordato che è stata istituita già una Commissione di controllo e dunque quella va rivista sotto il profilo operativo insieme alla Regione Puglia per avere nuovi input e per capire non solo se le procedure amministrative così impostate siano corrette, ma anche se gli obiettivi posti siano efficacemente raggiungibili.

L’aumento della capacità produttiva, specialmente laddove si dovessero prendere in considerazione anche gli impianti superintensivi, sconta il grave problema legato alla siccità che ha colpito fortemente soprattutto il sud. Tema che a La Pietra non sfugge, ricordando però che il sistema infrastrutturale per la gestione idrica è indietro di 20 anni nel nostro Paese. “Abbiamo iniziato un percorso che ci permette di capire quali sono gli interventi urgenti da compiere – ha aggiunto – e da essi dobbiamo partire. Parlo di dighe, drenaggi di bacini per raccogliere più acqua piovana, dell’utilizzo di acque reflue che possono essere utilizzate, nel rispetto dei parametri di legge, per l’agricoltura in generale e per gli oliveti attraverso una rete che va costruita”.

Nuovi oliveti, senza dimenticare quelli già presenti e che, specialmente nel centro-sud Italia, sono a rischio abbandono perché posti in terreni marginali, scoscesi, impervi. “L’abbandono degli oliveti è un problema serio – ha evidenziato il sottosegretario – che non può essere gestito come una questione ce riguarda solo la produzione. C’è piuttosto una utilità ambientale che va privilegiata e dobbiamo sostenere, e dunque coinvolgere in questo contesto il ministero dell’ambiente, perché il mantenimento e il ripristino di questi oliveti abbandonati hanno una funzione di tutela del territorio. Sono due linee parallele quelle della commercializzazione dell’olio e della tutela ambientale di questi oliveti che dobbiamo tenere unite”.

Altro tema toccato, quella della riduzione dei costi, che va di pari passo con quello della valorizzazione dei sottoprodotti. “Un tema su cui ragionare insieme – ha chiosato il sottosegretario – perché i costi di produzione incidono fortemente nei conti dell’azienda olivicola-olearia. Così come centrale dovrà essere quello del vivaismo, specialmente se centrale diventa, come detto, la questione legata all’aumento della produzione”.

Infine l’appello al mondo olivicolo di mostrarsi compatto e di avere come obiettivo il bene delle aziende e non solo l’aumento del numero dei tesserati della propria associazione.

“Non posso obbligare nessuno a stare insieme per forza – ha aggiunto il sottosegretario – ma questo è un lavoro da costruire insieme e io voglio agevolare questa unità perché una interprofessione che funziona, sul modello spagnolo, è un obiettivo su cui lavorare, così come sugli accordi di filiera. Per questo confermo la massima apertura alla collaborazione di tutte le associazioni sulla linea che verrà tracciata dal governo. Un governo che chiede il contributo di tutti ma che poi deciderà autonomamente, come è giusto che sia in un paese dove la politica torni a svolgere fino in fondo il proprio ruolo”.

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Tags: in evidenza, La Pietra, Piano Olivicolo Nazionale

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