Preoccupazione aggiuntiva viene espressa per “la disponibilità di 200.000 tonnellate di olio in Portogallo, la stragrande maggioranza prodotto in coltivazione superintensiva e che giocano a tutti gli effetti sul mercato spagnolo, e le 520.000 tonnellate prodotti in Spagna al di fuori delle cooperative, a cui si aggiungono le 100.000 tonnellate importate dall’estero“.
Ad avviso del mondo della cooperazione, “la drastica evoluzione al ribasso del mercato nelle ultime settimane non trova giustificazione se si analizzano i dati disponibili al 30 novembre, raggiungendo limiti di prezzo in questo momento che sono inferiori alla redditività delle aziende agricole di un gran numero di nostri partner produttori” . In questo senso, è stato precisato che “le scorte al 30 novembre pari a 321.150 tonnellate sono le più basse dalla campagna 2018/19, inferiori di 57.751 tonnellate rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso; e che le rese delle olive raccolte fino ad oggi sono tra il 15 e il 17%, ben al di sotto della resa media”.
IViene altresì ricordato che “non ha piovuto durante il mese di novembre e le previsioni indicano che non pioverà nel resto di dicembre, il che, oltre agli agenti atmosferici naturali, causerà cattive condizioni degli alberi per la prossima campagna. dell’olivo. A questo bisogna aggiungere che chiaramente i paesi acquirenti come l’Italia hanno raccolti brevi e dovranno andare a comprare”.
Di qui l’invito: lo strumento migliore per organizzare l’offerta e garantire un prezzo giusto è l’integrazione degli agricoltori nelle cooperative. “Queste strutture di marketing concentrano l’offerta, aumentano il potere contrattuale e garantiscono che i profitti delle imprese confluiscano direttamente negli insediamenti dei partner”.
Per questo motivo hanno invitato le organizzazioni agricole “a promuovere l’incorporazione degli agricoltori nelle cooperative, lasciando da parte le accuse ingiustificate che contribuiscono solo a distorcere il mercato e a generare incertezza nel settore”.