Un aspetto importante da considerare per la primavera prossima sono le previsioni climatiche perché, stando a quanto stimano gli addetti all’osservazione dei fenomeni atmosferici, vi saranno ancora anomalie climatiche date da alternanze di momenti di piogge, anche molto abbondanti, e assenza di precipitazioni, poi ritorni di freddo seguiti da elevate temperature.
Situazioni queste che andrebbero ad alterare significativamente le condizioni fisiologiche dell’olivo, portandolo a spendere maggiori energie per riequilibrare stati di stress con giusti apporti al terreno di fertilizzanti, in grado di rilasciare gradualmente i nutrienti. Da qui la necessità che l’azoto dato sia a lenta cessione, così da limitare le sue perdite per lisciviazione o perché si disperde nell’aria per gassificazione.
Vi è da considerare pure che il riscaldamento globale in atto, con l’aumento delle temperature medie, sta velocizzando i processi di mineralizzazione della sostanza organica nel suolo e, questo, determina una generale diminuzione del contenuto in humus nei terreni. A sua volta, la riduzione dell’humus fa regredire le condizioni fisiche, chimiche e microbiologiche dei suoli che si ripercuotono in maniera negativa sull’assorbimento dei fertilizzanti da parte delle piante d’olivo.
Allora, diventa utile un apporto di ammendanti che, portati nel terreno, ne migliorano le caratteristiche fisiche e chimiche, ne stimolino l’attività batterica, così da degradare meglio e più velocemente la sostanza organica contenuta, umificandola e, di fatto, aumentando la sua fertilità e la capacità di trattenere più umidità nel suolo.
Cosa utilizzare – Da qui il suggerimento di utilizzare concimi organo-minerali, con rapporti approssimativamente di 14 N (azoto) – 6 P (fosforo) – 9 K (potassio) o di 12 N – 6 P – 8 K, ricchi di carbonio organico e, eventualmente, uniti a zolfo, magnesio, boro e ferro, andrebbero distribuiti alla metà di aprile, con dosi di 7-9 quintali/ettaro o circa 2-3 kg/pianta, localizzandolo nell’area di proiezione della chioma o, nel caso di impianti fitti, a spaglio. È sempre consigliabile interrare parzialmente il concime con le normali lavorazioni.
In presenza di eventuali ulteriori esigenze delle piante, la nutrizione andrà completata con interventi fogliari in prefioritura e allegagione; momenti in cui si realizza la produzione delle olive, e la pianta ha la necessità di avere disponili il boro e l’azoto, questo fornito come azoto organico o come amminoacidi, che agiscono anche come bio stimolatori.
Generalmente la carenza di elementi fertilizzanti si evidenzia sulla pianta con manifestazioni a carico delle foglie, guardando la pagina superiore e quella inferiore, e il portamento generale. Tuttavia, non sempre è facile identificare una necessità della pianta di qualche elemento nutrivo. Però, se guardando le foglie, osserviamo che non hanno un bel colore verde e che i nuovi getti non si sviluppano bene, ebbene, questi segnali potrebbero indicarci d’eseguire uno o due trattamenti fogliari, dalla prima settimana di maggio, utilizzando prodotti a base di azoto organico, alla dose di 150 g/hl, magari miscelato al boro, alla dose di 100 g/hl.
Peraltro, il boro proprio in questo periodo di maggio aiuta e migliora sia la fioritura e sia l’allegagione. Se si rendesse necessario un secondo trattamento, questo andrebbe eseguito alla distanza di 10 – 12 giorni dal primo.
I biostimolanti – In tutte queste situazioni è possibile sostenere la vigoria delle piante ricorrendo a biostimolanti fogliari, di origine animale o vegetale, come alghe marine, contenenti amminoacidi quali Acido glutammico, Acido Aspartico, Prolina, Alanina, Arginina, le cui dosi d’utilizzo variano, secondo i diversi formulati commerciali, mediamente comprese da 3 a 4 l/h.
Buoni risultati sono stati ottenuti con l’utilizzo di corroboranti, quali distillati di legno e glicina betaina, che migliorano la resistenza delle piante a situazioni di stress provocati da carenza idrica, temperature estreme, agiscono aumentando la capacità fotosintetica e l’efficienza produttiva.
Quotazioni dei fertilizzanti – Lo scorso anno abbiamo assistito ad un elevatissimo dei prezzi dei fertilizzanti. Ora, con il calo delle quotazioni del gas, sono anch’essi in discesa.
Il prezzo dell’urea dalle 1.000 €/t che era, si è portato a 650/750 €/t, vale a dire un -35/40% che resta comunque un prezzo ancora alto. Il nitrato ammonico è sceso da 900 a 700 €/t, così pure i concimi fosfatici sono sui 400 €/t.
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