Ecco le stime nei 7 principali paesi produttori di olio di oliva

Un'attesa di produzione mondiale pari a 2,4 milioni di tonnellate
Economia
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Campagna olearia in corso in tutto il bacino del Mediterraneo e stime produttive che si vanno sempre più affinando. Da un’analisi condotta da Olive Oil Times sui 7 principali paesi produttori, che mediamente assicurano oltre l’80% dell’olio di oliva nel mondo, si prevede che gli stessi realizzeranno insieme poco meno di 2 milioni di tonnellate, pari ad 7% in meno rispetto allo scorso anno e a un -23% rispetto alla media dei quattro anni precedenti. I 7 paesi sono, nell’ordine decrescente delle stime previste, Spagna, Italia, Tunisia, Grecia, Turchia, Marocco e Portogallo. Stando così le previsioni, la raccolta mondiale, e cioè con l’aggiunta degli altri paesi del bacino del Mediterraneo e di quelli nelle altre parti del pianeta, si dovrebbe attestare a 2,4 milioni di tonnellate, un -18% rispetto ai 2,94 milioni di tonnellate dello scorso anno.

Ecco, in sintesi, stime e variazioni rispetto allo scorso anno. Numeri da tenere bene in considerazione per due ordini di motivi: il primo, di carattere generale, è  perché i prezzi a scaffale sono determinati proprio dalla produzione mondiale e da un azzeramento sostanziale delle scorte; il secondo, riferito al nostro paese in particolare, è perché l’Italia consuma in media oltre mezzo milione di tonnellate di olio l’anno e – al netto di quelle che esporta – avrà comunque bisogno di acquistare dagli altri paesi almeno lo stesso quantitativo di olio di quello che produrrà.

SPAGNA – Dopo il crollo produttivo dello scorso anno, la campagna in corso prevede un leggero miglioramento: si passerà dalle 664.033 tonnellate del 2022/23 alle 765.362 tonnellate del 2023/24. Un aumento produttivo del 15%, ma largamente inferiore alla media degli ultimi 4 anni quando il paese iberico è arrivato a produrre fino a 1,4 milioni di tonnellate.

ITALIA – La penisola dovrebbe tornare a riprendersi il secondo posto a livello produttivo, con un’attesa di 290 mila tonnellate di olio di oliva. Si tratta di un 23% in più rispetto allo scorso anno, grazie principalmente alle buone performance delle regioni del sud Italia – in particolare Puglia, Calabria e Sicilia – dove si concentra oltre il 70% della produzione nazionale. Le scarse produzioni del centro-nord, viceversa, contribuiscono a rendere la stima di questa campagna inferiore del 4% rispetto alla media delle ultime 4 annate.

TUNISIA – Balza al terzo posto della produzione mondiale la Tunisia, forte di una stima di 220 mila tonnellate, 40 mila in più rispetto alla passata campagna, grazie a piogge intervenute nei momenti cruciali e a due varietà autoctone che si sono mostrate particolarmente resistenti alle alte temperature.

GRECIA – Perde una posizione rispetto allo scorso anno la Grecia che dopo l’eccezionale resa di 330 mila tonnellate della campagna 2022/2023, stavolta si dovrà accontentare di 200 mila tonnellate. Alternanza produttiva e condizioni meteo le cause della perdita del 40% (e del 28% rispetto alle ultime 4 annate), con Creta particolarmente colpita, isola che vale un terzo della produzione ellenica.

TURCHIA – Ancora peggiore la situazione in Turchia che era arrivata ad essere la seconda produttrice mondiale di olio lo scorso anno con 421 mila tonnellate. Ora vede regredire la propria posizione in maniera netta, con attese che non superano le 180 mila tonnellate di olio, quasi il 60% in meno rispetto alla scorsa campagna e ad un livello inferiore del 33% rispetto alla media degli ultimi 4 anni.

MAROCCO – Al pari della Tunisia, anche il Marocco registrerà un aumento importante della produzione di olio, con stime di 171 mila tonnellate, il 10% in più rispetto allo scorso anno. Il livello produttivo atteso sarà anche superiore alla media delle ultime 4 annate, confermando così un costante trend di crescita, mitigato solo da un calo produttivo delle olive da tavola.

PORTOGALLO – Produzione in aumento anche per la produzione lusitana, con attese di 145 mila tonnellate, 20 mila in più rispetto allo scorso anno. Oltre ad un clima più benevolo, ad incidere è l’entrata in produzione di molti oliveti intensivi della regione centro-meridionale dell’Alentejo, che compenserebbero in maniera significativa il calo produttivo previsto negli oliveti tradizionali del nord del paese.

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Tags: in evidenza, stime produttive

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