Docenti delle Facoltà di Farmacia e Medicina dell’Università di Siviglia, insieme ad una equipe di operatori sanitari hanno raccolto in uno studio i principali contributi alla salute dell’acido oleico, che rappresenta circa il 70% della composizione dell’olio d’oliva. I risultati di questo studio, annunciati dal magazine iberico Mercacei, sono particolarmente interessanti, essendo l’acido oleico il principale acido grasso monoinsaturo nel sistema circolatorio dell’uomo.
Nel cervello è un componente importante dei fosfolipidi di membrana ed è molto abbondante nelle guaine mieliniche dei neuroni. Come spiegato dal centro didattico sivigliano, è stata osservata una diminuzione significativa dell’acido oleico nel cervello di pazienti affetti da disturbi depressivi maggiori e dal morbo di Alzheimer.
Come tutti gli acidi grassi liberi, la funzione principale dell’acido oleico è quella di essere una molecola energetica e un elemento delle membrane cellulari. Uno dei suoi effetti più caratteristici è la sua capacità antiossidante, poiché può regolare direttamente sia la sintesi che l’attività degli enzimi antiossidanti. Un’altra proprietà benefica è il suo effetto ipocolesterolemico: diminuisce l’espressione delle proteine legate al trasporto del colesterolo, riducendo l’assorbimento del colesterolo, prevenendo così l’aterosclerosi.
L’acido oleico è riconosciuto anche come molecola antitumorale per gli effetti di inibizione di detto nutraceutico sulla sovraespressione di oncogeni e per i suoi effetti sulla morte cellulare programmata. Inoltre, l’acido oleico è generalmente considerato una molecola antinfiammatoria, anche se questa qualità, riporta lo studio, è ancora oggetto di dibattito nella comunità scientifica.
D’altra parte, l’oleoletanolamide, un derivato dell’acido oleico, presenta da solo effetti antinfiammatori e antiossidanti, ed è attualmente proposto come potente agente terapeutico per il trattamento dell’obesità. Secondo i ricercatori ciò rafforza le caratteristiche benefiche che l’acido oleico ha per la salute.
Una nuova ricerca suggerisce che può influenzare i meccanismi epigenetici (modificazioni dirette del DNA e delle proteine ad esso associate) e la modulazione del sistema immunitario, in particolare regolando le cellule coinvolte nello sviluppo dell’infiammazione.
Infine, gli autori di questo studio hanno sostenuto lo sviluppo di ulteriori ricerche per confermare le importanti proprietà dimostrate da questa molecola e dal suo derivato, l’oleoiletanolamide, negli esseri umani.
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