Olio dai superintensivi, la Scuola Potatura Olivo Giorgio Pannelli plaude a Slow Food

Olivicoltura: la lettera aperta del presidente Antonino Lonobile alla omologa Barbara Nappini
Enti e Associazioni
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di Antonino Filippo Lonobile
Presidente Scuola Potatura Olivo Giorgio Pannelli

In questo momento desidero scrivere qualche parola di grande plauso a Barbara Nappini, che non conosco e che non conoscevo, se non per il fatto che, da imprenditrice, è divenuta presidente di Slow Food Italia. Scrivo questa lettera soltanto oggi, di ritorno da un lungo viaggio lavorativo tra gli oliveti nazionali: lo può confermare il direttore del giornale che la pubblica.

Carissima Nappini,
ti scrivo da presidente a presidente perché sono davvero felice di aver letto il Tuo articolo uscito sul Fatto del 7 aprile 2025. Spero accetterai il mio “tu” per almeno due motivi. Il primo: non è mancanza di educazione, ma un modo per esserti più vicino. Il secondo: per noi toscani è più semplice darci del tu invece che del lei.

Si parla tanto di qualità, ma troppo spesso si guarda solo al risultato, non al processo. La qualità vera comincia molto prima della bottiglia. Questa verità mi fu presentata circa trenta anni anni fa quando frequentai un corso AIS per sommelier. Durante una visita a un’azienda biologica nei pressi di Ponsacco (PI), il proprietario, dopo averci mostrato alcune allelopatie tra vigna e altre erbacee, ci disse con tono secco: “Tanto a voi interessa solo quello che c’è dentro la bottiglia”. Replicai che non era vero, che amavo la natura, gli alberi, le piante, ecc. Alla fine della giornata gli dovetti dare ragione, e ho continuato a dargliene fino ad oggi: al consumatore interessa soltanto quel che c’è dentro la bottiglia.

Da presidente di una Scuola che insegna a potare (termine che a me non piace, preferisco dire “invitare a produrre” per la gentilezza che implica), spiego che nella Scuola si usa il metodo scientifico-pratico. Studiamo anatomia, fisiologia, gestione del suolo inerbito, ripristino della fertilità, lottiamo contro l’acefalia, tenendo conto di tutti i lavori scientifici che promuovono questo approccio. In poche parole, guardiamo al passato per non commettere errori in futuro, invitando a produrre olivi veri, non obbligando quelli a siepe.

La scelta di Slow Food di escludere gli oli provenienti da oliveti allevati in superintensivo è la miglior decisione che potessimo aspettarci, una scelta lungimirante. Viviamo in un’epoca che insegue il tutto e subito, mentre l’olivo è la pianta che ci insegna a rallentare la frenesia della modernità: può vivere millenni. Mi chiedo come si possa non capire che ridurne la vita a un quarto di secolo sia contro natura!

Ribadisco il sostegno mio e dell’intera Scuola Potatura Olivo a ciò che hai scritto: l’olivo è un albero dalle mille funzioni, aggiungo pure che sequestra carbonio, aiuta alla mitigazione dei cambiamenti climatici e dà lavoro a giovani e meno giovani. L’importante è affidarli a chi sa fare questo mestiere, a chi ha studiato il metodo giusto.

L’Italia è ricchissima di oliveti storici. Un patrimonio che sopravvive nei secoli, radicato nel paesaggio, nella cultura e nella memoria di ognuno di noi e di chi vi lavora con coscienza e dedizione. Eppure, oggi, troppi di questi oliveti vengono lasciati senza custodi o affidati a mani inesperte. Non potatori, ma “legnaioli” che agiscono con tagli ciechi e ripetuti, trasformando alberi secolari in tronchi mutilati, e oliveti produttivi in distese sterili.

Di fronte a questo vuoto di competenza, le grandi aziende – incapaci di trovare soluzioni sostenibili – si rivolgono a chi offre pozioni magiche: scienziati e consulenti che promettono raccolti rapidi, gestione semplificata e guadagni sicuri. Il prezzo? La trasformazione del paesaggio in un sistema agricolo superintensivo, assetato, fragile ed eroso. Le falde acquifere vengono prosciugate, le piante invecchiano in fretta e muoiono precocemente, e ciò che lasciamo alle generazioni future non è ricchezza, ma un deserto.

La Scuola ha creato il Potatore Certificato e l’Oliveto Certificato, perché difendere un’olivicoltura rispettosa dell’ambiente e degli alberi significa scegliere la vita, i ritmi giusti, la conoscenza.

Viva Slow Food e gli extravergini di oliva ottenuti dalla gestione rispettosa degli olivi, del territorio e dell’ambiente!

www.scuolapotaturaolivo.it

Impresa sociale
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Tags: Giorgio Pannelli, in evidenza, oliveto, olivicoltura, olivo, potatura

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