Olio protagonista nella cucina italiana patrimonio dell’Umanità

Le associazioni di OP celebrano il prestigioso riconoscimento ricordando come l'olio extravergine di oliva sia componente essenziale della tradizione gastronomica nazionale, grazie al prezioso lavoro degli olivicoltori
Enti e Associazioni
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La cucina italiana è ufficialmente Patrimonio immateriale dell’Umanità. Nell’annunciare la notizia, il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha sottolineato: “Questo riconoscimento celebra la forza della nostra cultura che è identità nazionale, orgoglio e vision. La Cucina Italiana è il racconto di tutti noi, di un popolo che ha custodito i propri saperi e li ha trasformati in eccellenza, generazione dopo generazione”. Ma non c’è cucina italiana senza olio extravergine di oliva. Lo ricordano le associazioni di OP Unapol e Italia Olivicola che esprimono la loro soddisfazione per aver contribuito nel loro piccolo a questo risultato.

Qui Unapol

L’Unapol – Uione Nazionale Associazioni Produttori Olivicol lo considera un traguardo storico che valorizza la nostra identità gastronomica e il lavoro instancabile di migliaia di produttori, agricoltori e custodi delle tradizioni rurali del Paese. E questo perché la cucina italiana è un ecosistema costruito sui territori, sulle biodiversità e sulla qualità delle materie prime, tra cui l’olio EVO ricopre un ruolo cardine.

Tommaso Loiodice

“Accogliamo con entusiasmo la decisione dell’Unesco” ha dichiarato Tommaso Loiodice, presidente Unapol. “La cucina italiana è molto più di un insieme di ricette: è un patrimonio vivo, fatto di comunità, tradizioni e conoscenze che meritano tutela e valorizzazione. L’olio extra vergine di oliva, con l’incredibile varietà dei nostri monovarietali, è uno dei pilastri di questo racconto del gusto e dell’identità italiana.”

Unapol porta avanti da anni un impegno costante per promuovere la qualità e la sostenibilità dell’EVO italiano, favorendo un dialogo diretto con gli chef – veri ambasciatori della cucina italiana nel mondo – sempre più consapevoli della ricchezza espressiva delle cultivar italiane. Una biodiversità unica al mondo, capace di offrire oli dalle caratteristiche sensoriali profondamente diverse, in grado di valorizzare ogni piatto con identità e coerenza territoriale.

“La nostra missione è sostenere gli olivicoltori e trasferire ai professionisti della ristorazione la consapevolezza che l’olio non è un semplice condimento, ma un ingrediente culturale. La scelta dell’UNESCO conferma l’importanza di continuare su questa strada, investendo nella qualità, nella formazione e nella narrazione del nostro patrimonio olivicolo”, ha concluso Loiodice.

Qui Italia Olivicola

Gennaro Sicolo

Gli olivicoltori italiani non potevano che essere a fianco della grande tradizione gastronomica italiana. Lo abbiamo fatto all’estero, insieme all’Amerigo Vespucci, a Roma e in tante altre sedi. Un appoggio doveroso – ha affermato Gennaro Sicolo, presidente di Italia Olivicola e vicepresidente nazionale di CIA Agricoltori italiani – perché solo difendendo il valore culturale della cucina italiana si possono difendere anche i territori olivicoli nazionali.”

Le ricette della cucina italiana risentono della produzione agricola locale e della stagionalità, ma il denominatore comune sono sempre i grandi oli extravergini di oliva italiani. Le orecchiette alle cime di rapa non sarebbero famose nel mondo senza un giro di olio di Coratina e la pasta alla Norma non sarebbe tanto gustosa senza le melanzane fritte in extravergine di Nocellara o la ribollita toscana è riconosciuta anche per il contributo dell’olio di Frantoio e Moraiolo.

E’ un giorno di giubilo che coincide con la campagna olearia e la raccolta delle olive – ha continuato Sicolo – che è sempre stata un momento di festa per gli olivicoltori. Ovunque sono stato nel mondo ho sempre scoperto, con enorme piacere, che un po’ di pane con l’olio è un momento di unione e comunione. La cucina italiana è questo: convivialità, piacere e un modo di vivere il gusto. E debbo ricordare che un buon extravergine di oliva unisce proprio gusto e benessere.”

Il filo d’olio a crudo che spopola in televisione non può e non deve essere banalizzato ma, con il riconoscimento della cucina italiana come patrimonio Unesco, deve diventare esso stesso un momento culturale di gioia. Questo l’appello e l’auspicio dei 250 mila olivicoltori italiani uniti in Italia Olivicola.

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Tags: cucina italiana patrimonio Unesco, in evidenza, oli odi oliva, olio extravergine di oliva

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