L’ingiallimento di alcuni terreni riscontrato in questi giorni in alcuni oliveti offre lo spunto per approfondire la questione della “fertilità del suolo”, vale a dire la sua capacità di fornire alle piante gli elementi nutritivi necessari per crescere e produrre frutti. Gli elementi nutritivi si possono classificare in macronutrienti, quali Carbonio, Idrogeno, Ossigeno, Azoto, Fosforo, Potassio, Zolfo, Calcio, Magnesio, Potassio e Cloro e micronutrienti, quali Ferro, Manganese, Zinco, Rame, Boro e Molibdeno. Vi sono altri elementi che sono assorbiti dalle piante in piccolissime quantità come Silicio, Sodio, Alluminio e Cobalto.
Carbonio, Idrogeno, Ossigeno e Cloro sono disponibili abbondantemente in atmosfera e litosfera sotto forma di anidride carbonica e acqua, i restanti elementi minerali si rendono disponibili per l’assorbimento da parte delle piante tramite apporti con i piani di fertilizzazione. Di conseguenza, se l’esportazione sarà superiore all’apporto di elementi nutritivi, la fertilità diminuirà nel tempo.
La fertilità del suolo è influenzata da:
1) Fattori fisici, quali:
a) la tessitura del terreno, che influenza direttamente la disponibilità di acqua e nutrienti: è data dalla distribuzione percentuale delle particelle di sabbia, limo e argilla presenti in un suolo;
b) la struttura del terreno: è data dal modo in cui le particelle di sabbia, limo e argilla si uniscono tra loro ed è mantenuta e migliorata con l’apporto di sostanza organica;
c) la porosità del terreno: è la percentuale di aria o acqua che è occupata rispetto alla parte solida.
2) Fattori biologici, rappresentano la sostanza organica nel terreno, principale fonte di energia della microflora che interviene nella produzione di enzimi, necessari al ciclo del Carbonio, dell’Azoto e nella trasformazione biologica di Zolfo, Fosforo, Potassio, Ferro e Manganese, così come nei processi di umificazione e nitrificazione. La materia organica libera elementi nutritivi essenziali, come Azoto, Fosforo e Zolfo, così come alcuni microelementi ed influenza la dinamica dell’acqua, regolandone disponibilità e assorbimento.
3) Fattori chimici, come la disponibilità di macro e micronutrienti nutrienti presenti nel terreno.
Tra i fattori chimici che possono influire con l’assorbimento degli elementi nutritivi vi è il pH, parametro che va a determinare quando un terreno è acido oppure è basico. Per misurarlo, vi è una scala di valori data dalla soluzione acquosa circolante nel terreno e la concentrazione di ioni di idrogeno che sono presenti. In questo modo abbiamo terreni:
– Fortemente acidi quando hanno un pH inferiore a 5,5
– Acidi compresi tra 5,5 e 6,0
– Subacidi tra 6,0 e 6,8
– Neutri tra 6,8 e 7,3
– Sub-basici tra 7,3 e 8,0
– Basici tra 8,0 e 8,5
– Alcalini oltre 8,5
La maggior parte delle piante agrarie vegeta bene con terreni che si avvicinano a reazione vicina alla neutralità, vale a dire con pH tra 6,8 e 7,2. L’olivo predilige terreni leggermente basici, tra 7 e 7,5, perciò tra il neutro e il sub-basico. In questo range, i fertilizzanti hanno la possibilità di agire bene per essere assorbiti dalla radici. L’Azoto assorbe infatti se il Ph è compreso tra 6 e 8; il Fosforo tra 6,5 e 7,5; il Potassio tra 6,1 e 7,3. Crea problemi invece il Boro che è assorbito se il Ph è tra il 5,2 e il 7, valori questi che escludono molti terreni coltivati ad olivo. Per questo il boro è consigliabile apportarlo con una concimazione fogliare in periodo di prefioritura o fioritura.
Per valutare l’acidità di un terreno ci si può rivolgere a laboratori specializzati, ma anche in commercio vi sono strumenti di facile utilizzo e a basso costo.
Direttore AIPO
Associazione Interregionale
Produttori Olivicoli