Quali sono le domande che si pongono gli olivicoltori nel momento in cui valutano se avvalersi del caolino per proteggere la pianta da siccità e irraggiamento solare oppure dalla mosca? Le ha raccolte in un apposito compendio Domenico Bucca, responsabile commerciale della Clay & Clay, azienda distributrice di questo prodotto in purezza e che fa proprio della qualità di questa polvere di roccia il suo punto di forza, con l’obiettivo di riproporle nei periodici incontri in campo con gli addetti ai lavori e fornire le opportune risposte per condividere tempi e modalità di intervento.
Domenico Bucca, da dove siete partiti per questo progetto informativo?
“Quando abbiamo iniziato la nostra attività di vendita del caolino per l’agricoltura che abbiamo chiamato AgriBioClay, abbiamo scelto di rivolgerci a privati, aziende agricole e tecnici, con i quali confrontarci sull’uso di questa meravigliosa argilla tanto utile in diversi settori, nell’olivicoltura in particolare. Abbiamo scoperto strada facendo che in Italia il 95% degli olivicoltori possiede meno di 1000 piante: questo significa che molti hanno anche appezzamenti piccoli, destinati ad una produzione di olio per l’uso familiare. Ci siamo trovati così a raccogliere informazioni molto importanti sulle varietà presenti sul territorio italiano, sulle loro diverse caratteristiche, sulla diversa conformazione degli oliveti, sulla gestione della potatura, e infine sull’utilizzo delle macchine per irrorare le polveri di roccia sulle chiome degli olivi”.
E che considerazioni avete tratto da questo confronto?
“Ci siamo resi conto fin da subito, che per distribuire il caolino sulle varie colture, e in particolare sull’olivo, vi è una necessità reciproca di scambiarsi informazione tra noi e l’olivicoltore. Quest’ultimo deve far comprendere le pratiche che applica in campo, da parte nostra vi è il compito di spiegare le caratteristiche del prodotto, far comprendere come funzionano gli strumenti utilizzati per irrorare i prodotti, in definitiva costruire una formazione adeguata che possa supportarli a raggiungere risultati in modo efficiente e il più possibile anche efficace”.
Tornando alla premessa, quali sono le domande più diffuse?
“Le domande che spesso ci vengono rivolte durante i corsi di formazione che svolgiamo in giro per l’Italia sono legate alle proprietà del caolino, alle modalità con cui va utilizzato. Sulle quantità gli olivicoltori hanno necessità di sapere quanto caolino va utilizzato ad ettaro, oppure per ogni litro di acqua. Ed ancora,il ogni quanto tempo bisogno rinnovare il trattamento, se usare o meno del sapone potassico o un adesivante”.
E le risposte che avete fornito?
“Rispondere sembra apparentemente semplice, ma non è così: 40 kg ad ettaro per ogni trattamento, oppure 5 kg su 100 litri di acqua, e ancora 3 trattamenti di media in una stagione, sono le risposte che servono a regolarsi per iniziare. Insomma, sono valori medi che danno una indicazione di massima all’agricoltore”.
In realtà, invece?
“La realtà con cui si deve fare i conti, invece, parte dal presupposto che l’efficienza del trattamento dipende molto dalla macchina che si utilizza, dalla mano dell’operatore e dall’esperienza che si acquisisce nel tempo, avendo ben chiaro il concetto che il caolino è una argilla che deve ricoprire adeguatamente le piante in base allo scopo che andiamo a ricercare. Se, ad esempio, ci interessa solo assorbire l’umidità, si possono usare anche 2 kg su 100 litri di acqua. Ma se l’obiettivo è quello di proteggere la pianta dallo stress termico, allora si potrà arrivare anche ad 8 kg su 100 litri. Poi c’è la questione di quanti trattamenti o anche il tema della adesività e dell’uso di sapone potassico…”
Che indicazioni di sente di dare?
“Sulla necessità di ripetizione a causa del dilavamento, vi è un tema che va approfondito: spesso in rete, nei gruppi social, si legge che il caolino si dilava. Il che è vero, ma l’argomento viene trattato nello stesso identico modo sia da olivicoltori del sud d’Italia dove piove raramente, che dai colleghi del nord Italia dove le piogge sono più frequenti. Dal nostro punto di vista al sud, in particolare in Puglia, Calabria e Sicilia dove le piogge sono più rare e dove è più importante proteggere le piante da stress termici e siccità, l’uso di adesivanti e sapone potassico è sconsigliabile. Piuttosto suggeriamo di effettuare più passaggi ad una dose minore in modo da sovrapporre più strati”.
Per quanto riguarda invece il caolino come azione di contrasto alla mosca dell’olivo?
“In questo caso, ciò che deve essere chiaro all’operatore è che, se si vuole riflettere la luce e confondere la mosca dell’olivo, le piante devono rimanere bianche nel corso di tutta la stagione, a partire dalla fine dell’allegagione e la prima formazione delle olive. Questo concetto è molto più importante da trasmettere rispetto a quello relativo al dosaggio consigliato da chi vende il caolino. Ad ogni modo, visitando il sito www.agribioclay.com si possono trovare i contatti per ricevere tutte le informazioni che interessano”.