Oliveto, con concimazione fogliare il rapporto di urea cala da 100 a 1

L'agronomo Angela Canale: "Sempre meglio non eccedere nelle dosi"
Tecnica e Ricerca
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In questa fase di ripresa vegetativa, molti olivicoltori sono alle prese con le concimazioni, un intervento importante per consentire alla pianta di potersi arricchire di tutte quelle sostanze necessarie al miglior sviluppo delle varie fasi fenologiche. Considerato che buona parte dell’olivicoltura è gestita da “hobbisti”, vale a dire quanti non sono operatori professionali e non svolgono un’attività economica vera e propria con l’olio di oliva, la richiesta di come concimare bene, senza spendere eccessivamente è abbastanza ricorrente. Specialmente ora che il prezzo dell’urea è tornato a salire in maniera considerevole.
Una domanda che abbiamo girato ad Angela Canale, agronomo e consulente del Vivaio Primolio, tra i più riconosciuti  e autorevoli esperti del settore.
Angela Canale

“Il primo consiglio che mi sento di dare – ci risponde – è la sostituzione della concimazione al terreno con la concimazione fogliare che richiede un abbattimento dei quantitativi da 100 a 1 per quanto attiene soprattutto l’azoto (Urea o nitrati). E tale concimazione va effettuata a breve, in piena ripresa vegetativa. Va aggiunto che anche per il biologico vi sono oggi sul mercato prodotti con buona percentuale di azoto che consentono una concimazione fogliare adeguata. Per fosforo e potassio, viceversa, si può anche ovviare, dal momento che sono già di per sé presenti quasi sempre in quantità sufficienti nel terreno.

Ricordiamo anche – aggiunge – che l’olivo può comunque superare tranquillamente annate senza apporto nutritivo. Certo, si penalizza un po’ la produzione. Ma se pensiamo che l’olivo, essendo una pianta rustica, ha sempre colonizzato terreni marginali e poveri dimostrando comunque di sopravvivere e produrre nel tempo, fare a meno un anno di concimazione non gli cambia proprio nulla.
Viceversa, al terreno si può invece restituire tutto ciò che viene sottratto durante l’anno dalla pianta, a partire dai residui di potatura che debbono essere trinciati e lasciati sul posto e, potendolo fare, anche di ciò che rimane dall’estrazione dell’olio e dunque acque di vegetazione e sansa, opportunamente compostate.
Certo, una valida alternativa potrebbe essere quella di poter letamare tutti gli oliveti. Ma, oltre all’oggettiva difficoltà nel reperimento, va anche considerato che ad oggi la maggior parte degli allevamenti in convenzionale fa uso di antibiotici i cui residui si ritrovano inevitabilmente nel letame stesso.
Se mi è consentito, infine, concludo con una annotazione di carattere generale: il consiglio di un agronomo è sempre un consiglio corretto che non porta mai ad eccedere, cosa che invece spesso si ritrova a fare l’agricoltore fai da te il quale decide autonomamente di duplicare la dose consigliata pensando di fare meglio”.

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Tags: Angela Canale, concimazione, in evidenza, urea

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