“Il grande impegno del Ministero e degli assessori regionali sui programmi operativi per le organizzazioni di produttori dell’olivicoltura aiuta il sistema olivicolo italiano a crescere e a non disperdere il duro lavoro di aggregazione degli agricoltori e valorizzazione delle produzioni italiane portato avanti negli ultimi vent’anni”.

“La scelta dell’anno di riferimento 2022, anziché il 2021, consentirà di attribuire risorse comunitarie maggiori a quelle regioni in grado di produrre alti livelli di fatturato, come la Puglia in primis, e darà la possibilità a molti territori, che nei prossimi anni inevitabilmente perderanno la disponibilità di risorse comunitarie, di guadagnare un anno in termini di programmazione di azioni, di attività e di riorganizzazione – spiega Granieri -. La decisione del Ministero e delle Regioni permetterà certamente di presentare programmi più adeguati alle reali condizioni delle realtà imprenditoriali locali e di impegnare tutte le risorse messe a disposizione per il settore”.
“La tempistica proposta dal Ministero è perfettamente in linea con la possibilità da parte delle OP di programmare gli investimenti mentre le amministrazioni avranno a disposizione il fatturato effettivo supportato da documentazione ufficiale in modo tale che l’assegnazione avvenga nella massima trasparenza possibile – continua il presidente di Unaprol -. Positiva anche la scelta di introdurre i contratti negoziati che rispondono all’esigenza di comprendere nel calcolo delle risorse da distribuire anche la produzione di olio e di olive che deriva da contratti siglati direttamente dai propri soci”.
Unaprol: “Bene non disperdere il lavoro di aggregazione”
Giudizio positivo sul decreto per gli aiuti alle OP olivicole
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