E se usassimo i batteri per contrastare la Rogna dell’olivo?

Un nuovo metodo di lotta con microrganismi antagonisti isolati
AIPO
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La Rogna dell’olivo è causata dal Pseudomonas sevastanoi pv. savastanoi, un batterio patogeno  Gram-negativo: vive come epifita sulle piante d’olivo e può mantenersi vivo nel terreno, si adatta a più condizioni del pH a notevoli differenze di temperatura e umidità.

Questo batterio, sulla superficie di rami e foglie, può formare, da solo o con altri microrganismi, dei “biofilm”, ossia delle colonie di microbi che, secernendo una sostanza extracellulare, composta da polisaccaridi, da proteine e altre molecole, si creano una copertura che li protegge da agenti esterni, anche da disinfettanti portati dall’olivicoltore.

Il Pseudomonas sevastanoi produce fitotossine e enzimi, che degradano i tessuti delle piante ospiti, influenzando negativamente la crescita e lo sviluppo della pianta. Tra queste fitotossine la più nota è un fitormone, chiamato “coronatina”, che causa la crescita delle lesioni, l’induzione di necrosi tissutale, l’inibizione della chiusura degli stomi e la manipolazione delle risposte immunitarie delle piante.
Questa fitossicità potrebbe iniziare anche prima che il batterio penetri nei tessuti della pianta ospite, causando dei rallentamenti della crescita, riduzione della dimensione delle foglie, eccessiva ramificazione, variazioni nel colore delle foglie con ingiallimenti, secrezioni come essudati.

I sintomi della Rogna dell’olivo

Certamente non è facile percepire questi sintomi perché si confondono con altri simili.  Il batterio una volta penetrato all’interno della pianta attraverso microlesioni, causate da grandine, fitofagi, tagli di potature e utilizzo di agevolatori, stimola la pianta ad una sovrapproduzione di ormoni della crescita, come le auxine e le citochinine, questo causa una sovrabbondante crescita delle cellule vegetali che formano i noti “tubercoli”.

Queste non si devono considerare una massa di tessuto che si presenta in maniera indifferenziata e scoordinata rispetto ai normali tessuti; inizialmente hanno una forma regolare e ovoidale, poi si formano delle anfrattuosità e, questo, ne causa un’anomala disposizione e si accrescono finché è presente il batterio, con dimensioni che variano da pochi millimetri ad alcuni centimetri.

Non è ancora chiaro se i batteri,  una volta entrati nella pianta da una ferita, possano diffondersi: si ritiene che il batterio non sia in grado di diramarsi da solo nella pianta.

Le infezione si formano prevalentemente sui giovani rami dove possono perdurare continuando ad accrescersi di anno in anno per poi disgregarsi, oppure possono confluire e circondare interamente il ramo stesso. Raramente, possono essere colpite da Paseudomonas sevastaoi anche le foglie, i frutti e i loro peduncoli. L’inoculo che dà origine al processo infettivo può provenire dai tubercoli e, in particolare, dalla popolazione del patogeno residente sulla superficie della pianta. La popolazioni di questo patogeno è elevata e attiva principalmente in primavera ed autunno per la presenta elevata di umidità e temperature mediamente miti, che facilitano il patogeno.

Ci sono varietà di olivo che possono essere più sensibili al Pseudomonas sevastanoi: ciò può variare in base alla genetica della pianta, alle condizioni ambientali, avere fogliame più tenero alle pratiche colturali, alla presenza di altri patogeni o stress ambientali. Per quanto riguarda quelle meno suscettibili, o più tolleranti, vi sono il Leccino e il Leccio del Corno.

La lotta con l’uso di microrganismi antagonisti

Allo stato attuale la lotta alla Rogna dell’olivo è principalmente affidata a interventi con prodotti rameicicome riportato in un precedente articolo – che, almeno in parte, riescono a contenere la dannosità della malattia, particolarmente quando sulla pianta si determino delle ferite da grandinate, potatura, raccolta, in questi casi i trattamenti dovrebbero essere effettuati il più presto possibile dopo i suddetti eventi.

Tra i metodi di lotta diventa interessante l’uso di microrganismi antagonisti isolati sulla superficie di rami e foglie dell’olivo come ad esempio il Bacillus subtilis, che produce una serie di composti antibiotici, come la bacitracina, e altri enzimi e peptidi antimicrobici, che agiscono danneggiando le membrane cellulari o interferendo con i processi metabolici del Pseudomonas sevastanoi.

Il Bacillus subtilis, inoltre, è in grado di colonizzare efficacemente vari ambienti, competendo con altri microrganismi, batterici e fungini, per le risorse disponibili, formando di fatto una barriera fisica, impedendo la germinazione la crescita miceliare ed il successivo insediamento dei patogeni nei tessuti vegetali.
Bacillus subtilis ceppo QST 713, commercializzato come QST 713 o Serenade, ha un’attività battericida e fungicida naturale e come agente di controllo biologico. L’applicazione di questi batteri antagonisti andrebbe eseguita nel periodo primaverile e autunnale.

Questa modalità di contrasto cerca di mantenere un’elevata biodiversità di microrganismi sulla pianta, di questi alcuni anche antagonisti diretti o indiretti, del Pseudomonas sevastanoi.

Direttore AIPO
Associazione Interregionale
Produttori Olivicoli

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Tags: Aipo, Enzo Gambin, in evidenza, Rogna dell'olivo

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