Il cambiamento climatico in atto ha effetti sul riscaldamento globale e, per la pianta d’olivo, si riflette anche con una variazione delle fasi fenologiche, ad iniziare da una anticipazione della ripresa vegetativa. Questa si rende visibile con il rigonfiamento delle gemme, mentre, all’interno della pianta, si ha una riattivazione della circolazione della linfa, che è in grado di trasportare le sostanze nutritive dagli organi di riserva – quali le radici e gli organi legnosi – ai punti di crescita che sono appunto le gemme. Questa anticipazione, oltre a portare variazioni nei ritmi vegetativi, può essere causa di danni se giungono gelate tardive, peraltro in questi anni sempre più frequenti. L’olivo, ad ogni modo, ha i suoi meccanismi di adattamento ed è capace di resistere, anche a variazioni climatiche drastiche. E, se si adottano dei criteri che sono in grado di limitare i danni, si sosterrà meglio anche la produzione d’olive.
Uno dei criteri è di valutare i tempi di esecuzione della potatura e – se si ha il timore di attuarla troppo presto e incorrere poi in gelate tardive – è bene rimandarla o, comunque, eseguirla sino a che le temperature non scendano sotto i 2-3°C.
Queste considerazioni vanno ovviamente integrate alla situazione aziendale, in quanto la scelta del periodo di potatura va valutata anche in funzione della disponibilità di manodopera, dei cicli delle altre eventuali colture praticate in azienda e in base alle superfici degli oliveti.
Però, sino a quando è possibile spingersi avanti nei mesi?
Questo dipende certamente da dove è collocato l’oliveto: se nel Centro e Sud Italia gli olivi si possono potare anche a fine febbraio; al Nord Italia è diverso, si potrebbe procrastinare sino a fine aprile.
In ogni caso la potatura va eseguita almeno tre settimane prima della fioritura e, questa, è diversa da varietà a varietà e da anno in anno.
Cerchiamo, però, di valutare gli aspetti positivi e negativi di una potatura tardiva, considerando che la conoscenza delle risposte della pianta consente una comprensione dei risultati che si andranno a conseguire.
Aspetti negativi
• La pianta d’olivo dà una minore risposta vegetativa, questo perché ha già avviato verso i germogli in crescita la traslocazione di molte sostanze di riserve che, con il taglio, verrebbero perse.
• Anche se non si hanno certezze scientifiche, nella prima fase di differenziazione delle gemme (giugno/luglio) si potrebbe avere una riduzione delle potenziali gemme a fiore per la stagione successiva.
• In alcuni casi si è osservato che i rametti dell’anno, quelli che porteranno le olive l’anno successivo, arrivano a fine stagione leggermente più corti, quindi daranno minori olive.
Aspetti positivi
• In presenza di oliveti con elevato vigore vegetativo è più facile contenerne il rigoglìo.
. Tra potature anticipate e tardive non si sono notate influenze sulla maturazione delle olive, sulla resa in olio e sulla qualità dello stesso.
Quanto tagliare? Oltre ai tempi di potatura è da considerare la sua intensità, che deve mantenere un equilibrio con le radici, e la quantità di legno che si asporta con i tagli.
Una potatura intensa su piante in produzione comporta una forte riduzione del rapporto tra parte aerea e parte radicale. Di conseguenza, la pianta ritorna improduttiva per un determinato periodo di tempo, fino a quando questo rapporto non viene ripristinato dalla nuova crescita delle strutture aeree. Le quali però, considerando le caratteristiche dell’olivo, andranno a produrre frutti solo nell’anno successivo alla loro formazione.
Una potatura più leggera, caratterizzata da minori asportazioni di materiale vegetale e attuata annualmente, aiuta a mantenere questo rapporto equilibrato e, quindi, la potenzialità produttiva permane in tutti gli anni. Di contro potrebbe comportare un eccessivo ombreggiamento.
Gli attuali orientamenti sono di attuare ridotte potature, anche per ridurre i costi. Prove di potature leggere, medie e pesanti, hanno dimostrato che le maggiori produzioni sono ottenute con potature leggere: questo, probabilmente, è dovuto grazie a una maggiore superficie fogliare disponibile per la pianta, che offre una maggiore possibilità di emissione di rami di vigoria media. Una potatura leggera dà, negli anni, produzioni meno soggette all’alternanza. Al contrario, potature intense comportano una riduzione delle produzioni, dando però olive di maggiori dimensioni, dato che, plausibilmente, hanno avuto una maggiore disponibilità di sostanze nutritive per singolo frutto.
Direttore Aipo
Associazione Interregionale Produttori Olivicoli